domenica 7 agosto 2011

Il grido disperato degli economisti.

In questa estate così turbolenta assistiamo alla completa incapacità di governo ed opposizione a far fronte ad una crisi economica troppo a lungo negata e che oggi si ripropone con una forza ampiamente prevedibile.

Da tempo ormai gli economisti liberali (martino, giannino, boldrin, il gruppo di Libertiamo ecc)lanciano il loro grido di allarme ad una politica sempre più sorda alle istanze della parte sana e produttiva del paese.

L'opposizione resta ben lontana dal fornire una alternativa credibile ( come del resto e' stato dal secondo dopo guerra in poi).

L'anticipo della manovra al 2013 avrà un effetto recessivo non prevedendo nessun intervento realmente risolutivo:
- liberalizzazioni
- privatizzazioni
- riduzione della spesa improduttiva
- innalzamento eta pensionabile
- investimenti ed incentivi alla crescita.


L'ultima trovata della modifica costituzionale volta al pareggio di bilancio oltre che difficilmente attuabile (già immagino la lotta all'evasione come voce residuale volta a portare in pareggio qualunque manovra) rappresenta una drammatica sconfitta di una classe politica incapace di valutare come spendere e se indebitarsi.

La spesa per investimenti ad esempio e' una spesa virtuosa, diverso il caso della spesa corrente.

Una tale norma avrebbe senso solo se la politica avesse la forza nei periodi di crescita di accumulare un fondo spese future da utilizzare in periodi di crisi in funzione anticiclica.

Questo Paese purtroppo resta solo, probabilmente soggetto ad una criminosa tassa patrimoniale, sordo al disperato grido di dolore degli economisti.

Ed ora non ci resta che applaudire all'ennesimo commissariamento dell'Europa nei confronti di una Italia con sempre meno dignità ed autorevolezza internazionale.

Ed in tutto questo scenario le nostre imprese restano sole abbandonate a se stesse.

Che tristezza!

Link: www.studiopanato.it

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