Grande dibattito in questi giorni sul ruolo degli ordini
professionali.
Soprattutto l’arrivo di Mario Monti al governo fa temere a molti
(non a me sia chiaro) una nuova ondata di liberalizzazioni.
Temo la confusione e le norme
pasticciate fatte di corsa, nella notte, per vincere l’opposizione delle lobby.
Riforma va fatta ma deve essere organica. Soprattutto all’interno
delle varie professioni la casistica dei privilegi è ampia ma differenziata con
agli estremi a mio parere notai (ipergarantiti) e commercialisti (senza riserve
ed esclusive – in sintesi non c’è nulla o quasi che possa esser fatto dal solo
commercialista).
Provo a mediare e liberare il campo da fraintendimenti che
credo siano responsabilità soprattutto della pessima strategia seguita in questi anni dal nostro
CNDCEC. Ovviamente questo è un post che apre alla discussione ed invito i
lettori a correggere ed integrare eventuali mie dimenticanze.
Le principali accuse rivolte all’ordine dei dottori
commercialisti (ecc..) :
Riserve ed esclusive che limitano la concorrenza
Tariffe minime obbligatorie
Praticantato ovvero forza lavoro gratuita
Esame di stato ovvero restrizione all’accesso della
professione
Limitazioni alla possibilità di far pubblicità
Proviamo ad analizzarle senza fingere di scandalizzarci per l’attacco
a lesa maestà come spesso fa o meglio faceva il nostro Ordine (ultimamente i
toni sono più ragionevoli e si cerca di rimediare, faticosamente, agli errori del passato):
-
Esclusive: i commercialisti non hanno esclusive (magari
qualcosa mi sfugge, eventualmente illuminatemi):
- Contabilità,
bilanci e dichiarazioni sono attività di gran lunga le più diffuse ma che
possono far tutti, anche uno con la terza media per intenderci. Non a caso l’ordine
si è caratterizzato in passato in una costante lotta agli “abusivi”
dimenticando che abusivi non sono non essendoci nessuna norma che gli impedisce
di esercitare. Oggi tardivamente si è cambiato registro spingendo sulla
qualità, ma scontiamo anni impiegati a lottare contro i mulini a vento.
- I numerosi competitor dei commercialisti sono:
società di elaborazione dati, società di servizi legate alle associazioni di
categoria (non a caso Confindustria è la prima ad attaccare le professioni
essendo interessata ad espandersi nel settore. Settore in cui già è ben
presente sia chiaro).
- Restano
riservate agli iscritti agli albi (ma non al solo albo dei commercialisti –
concorrenza interna tra le categorie professionali) la revisione contabile
(commercialisti, revisori, società di revisione), perizie di stima, consulenze
per i tribunali, ricorsi e contenzioso (cui si dedicano molti avvocati).
- Il
grosso come si può notare è liberalizzato. Qualche tutela (ma in questo caso di tutele si può parlare?)
legittima si ha invece quando il commercialista svolge ruolo di pubblico
ufficiale o serve il pubblico interesse (le riserve sopradescritte).
E' da questo ultimo punto
che a mio parere l’Ordine deve ripartire per ritrovare un senso ed un ruolo. Non dalla
ricerca di micro adempimenti burocratici inutili che per il cliente altro non
sono che una tassa e per i professionisti più qualificati una scocciatura.
- Tariffe minime:
- Non
esistono più da tempo, la contrattazione viene fatta con il cliente in piena
libertà. Ormai anche la normativa ha fotografato una situazione che da anni era
comunque già praticata. Restano solo come riferimento per i lavori effettuati
nei confronti del pubblico (principalmente tribunale).
- Praticantato ovvero forza lavoro gratuita: qui bisogna
fare qualche precisazione:
- La
nostra è una professione difficile e piena di responsabilità. Buona parte della
giornata i giovani colleghi la passano (o dovrebbero) a studiare. Quindi è corretto che lo
stipendio riconosca una limatura dovuta alla formazione. Qualche distorsione c’è
soprattutto sulle piazze meno ricche e va corretta ma vi assicuro che su Milano
(parlo di ciò che conosco) le cose son ben diverse da come vengono raccontate.
- Il
mio studio (che è comunque un piccolo studio) ad esempio retribuisce il
praticante con:
- un
compenso crescente nel tempo e parametrato alle capacità ed all’impegno anche mediante
bonus a fine anno.
- Post laurea universitario biennale pagato dallo
studio.
-
Corso intensivo di preparazione all’esame di
Stato pagato dallo Studio.
-
Cerchiamo inoltre di creare un percorso
formativo interno che consenta lavorare su tematiche varie e complementari. I
miei praticanti nei tre anni di solito riescono a collaborare su quasi tutte le
tipologie di operazioni di finanza straordinaria oltre ovviamente ad acquisire
buone capacità nella gestione dell’ordinario. Questo però comporta ore di
studio per loro e di mancato lavoro che per noi nel breve sono un sacrificio. Ben diverso
ovviamente è se li si mette a fare contabilità tutto il giorno. Ma in quel caso
quelli bravi se ne vanno. C’è concorrenza, ripeto, quanto meno sulle piazze
ricche.
- Un
giovane preparato è il migliore investimento sulla mia attività. Non regalo
nulla, investo su chi lavora bene.
- La vera sfida in realtà è trattenere i
collaboratori validi ed evitare di disperdere questo investimento
Credo quindi che oggi si scontino anni di politiche
sbagliate, di resistenze al cambiamento, di atteggiamenti decisamente illiberali (che vi assicuro ho patito in prima persona e qui tralascio solo per evitar polemiche),
di lotte per ottenere il micro adempimento in più su cui poter mettere una
firma.
Tutto ciò detto oggi le cose sono molto differenti.
Parlando
sempre di Milano le iniziative di formazione anche ad alto livello
completamente gratuite sono numerosissime sia per i commercialisti che per i
praticanti. Io stesso insegno alla
Scuola di Alta Formazione in Bocconi e vi assicuro che non lo si fa per il
compenso.
Sia le commissioni di studio dell’Ordine sia le nostre associazioni
di categoria producono gratuitamente, e non solo a favore dei colleghi,
importante dottrina e combattono battaglie per un fisco più equo. Solo che non
lo sa quasi nessuno.
Affiancarci nelle battaglie ad avvocati e notai oggi ci fa
sembrare dei privilegiati cosa che in realtà non siamo. O se lo siamo io sono
qui per discuterne.
Certo, sono alleati forti, gli avvocati in parlamento sono una potenza e fan barriera a tutela degli Ordini. Ma difendono anche privilegi che non sempre trovo giusti ed io preferirei avere come alleati i miei clienti.
Sento parlare di aprire la concorrenza anche nei servizi di tutela
pubblica all’interno degli ordini (es. alcuni atti – costituzione società,
cessione o affitto azienda - oggi prerogativa dei notai aperti a commercialisti
ed avvocati..).
È una strada interessante, sicuramente con pro e contro, che
merita di essere approfondita. Strada anche in questo caso che ci vedrebbe in contrapposizione con altri Ordini professionali ma che avvantaggerebbe le imprese ed il mercato.
Auspico che il CNDCEC cambi rotta, si confronti più
serenamente con CONFINDUSTRIA che altro non è se non la rappresentanza dei
nostri clienti, e sia più propositivo.
La riforma del collegio sindacale andava fatta. Oggi è stata
fatta male con limiti dimensionali assurdi e senza risolvere il vero problema
che è quello della nomina in conflitto di interesse.
Quello che davvero deve cambiare è
un sistema troppo burocratico e complesso. Dobbiamo avere il coraggio per
chiedere una riduzione di adempimenti sulle imprese (ciò porterà meno lavoro a
noi ma è un lavoro mal retribuito se non addirittura fatto spesso gratuitamente). Questa è
la vera battaglia da fare che deve trovare professionisti ed imprese alleati.
E temo, questa è una battaglia che
difficilmente ci vedrà sostenuti dagli avvocati, ma spero di esser contraddetto
da qualche lettore appartenente alla categoria. Ne sarei solo felice.
Mi piacerebbe poter dire sempre
più spesso guardando il cliente che la mia categoria sta combattendo battaglie
a suo favore, a favore della libertà di fare impresa.
PS sia chiaro che son disponibile
a veder ridimensionato il mio ordine (ridimensionamento che probabilmente avrebbe il risultato di vederne esaltata la funzione), ma voglio anche che CONFINDUSTRIA
inizi finalmente a credere nel libero mercato, che si crei concorrenza sui
servizi bancari e telefonici, che ci sia una seria riforma del diritto del
lavoro, che vendano sanzionati i medici che firmano certificati falsi per
coprire l’assenteismo…
Dobbiamo rimboccarci le maniche? Io
sono pronto, e voi?