Questa estate ho iniziato una conversazione su twitter che si è rivelata troppo complessa per 140 caratteri.
Spero che i lettori del blog perdonino la necessità di continuarla qui e che non si trovino troppo spaesati non conoscendo gli antefatti.
Ho in sostanza dichiarato qualche mia perplessità sull'articolo di Bruno Manfellotto su "Ridurre l'evasione? basta volerlo" , che vi invito a leggere, non tanto per quello che c'è scritto quanto per quello che manca.
Giustamente si indica nei politici i principali colpevoli di far poco o nulla contro l'evasione fiscale.
Vero, si pone l'esempio di Visco e dei suoi successi paragonati a quanto fatto da Tremonti.
Mi piacerebbe però provare a cambiare ottica e provare a fare una analisi meno classica.
Lancio alcuni spunti non supportati da dati del Ministero (sono ancora in vacanza e mi permetto qualche piccola superficialità) ma che credo possano comunque risultare attendibili o alimentare la discussione.
1) La patrimoniale può essere vista come strumento di lotta all'evasione solo se si attua un radicale cambiamento del sistema fiscale mirando a tassare consumi e patrimonio piuttosto che il reddito. Le patrimoniali che conosciamo oggi rappresentano solo nuove tasse che vanno a colpire i contribuenti. Spesso poi vengono presentate da una certa sinistra come strumento punitivo della ricchezza. Come cittadino trovo giusto venir tassato, profondamente ingiusto invece venir punito. Può sembrare una banalità ma conta anche come vengono presentate alcune norme. Non entro poi nel merito del livello della tassazione in Italia di cui già troppo si è scritto.
2) Le colpe dei politici: innegable che la classe politica crei il proprio consenso nella complicità. Non solo complicità nell'evasione sia chiaro, ma anche in tutta quella serie di norme fatte ad hoc per le mille categorie che di fatto rende il nostro sistema fiscale complicato ed inefficiente. Una semplificazione ed una maggiore stabilità della normativa consentirebbero di ridurre il contenzioso e far concentrare i controlli su quei settori maggiormente a rischio evasione. Norme più semplici implicano anche meno risorse necessarie per i controlli, quindi consentirebbero di farne di più in minor tempo.
3) Politiche di destra e di sinistra: credo sia utile, forse doveroso, ampliare l'analisi non solo a tassazione ed evasione ma confrontarle con i livelli e la qualità di spesa. Pago più volentieri le tasse se servono a creare l'autostrada del sole, meno se vengono utilizzate per mantenere un inutile esercito di forestali. I governi di centro sinistra hanno tenuto alte le imposte senza pensar minimamente di ridurre la spesa. I governi di centro destra (solo in parte limitati dall'ultimo Tremonti) hanno cercato (o forse solo dichiarato) di ridurre le imposte senza agire anche in questo caso su tagli di spesa.
4) Visco: la figura è controversa, da una parte ha dichiarato una guerra all'evasione che è stata spesso percepita come guerra alle imprese, dall'altra ha avuto il merito (poco conosciuto) di fare circolari tolleranti a fronte di norme severe riducendo cosi il contenzioso. Peccato che non abbia voluto capire che l'evasione si combatte anche attraverso il dialogo. Questo resta il suo principale errore a mio parere. Tralascio la follia delle dichiarazioni dei redditi on line, contraria ad ogni prncipio liberale e tecnicamente inutile (posso essere ricchissimo e godendo di redditi soggetti a ritenuta alla fonte avere un reddito in Unico ridicolo).
5) Burocrazia: si sottovaluta troppo spesso il ruolo di una burocrazia fiscale (sia pubblica che privata - commercialisti ecc) elefantiaca che tende ad espandersi attraverso procedure inutili e bizantine. Possibile non avere mai i programmi per tempo? essere soggetti alle mille proroghe? Ci siamo mai chiesti quanto sarebbe più facile effettuare i controlli fiscali semplicemente incrociando le banche dati a cui già oggi il ministero ha accesso? quanti controlli si potrebbero fare in più con norme più semplici e meno formalismi? Oggi sottovalutiamo il potere della burocrazia ministeriale, ben piu potente temo di deputati e senatori. Non a caso ormai in campo fiscale dominano i comunicati stampa dell'Agenzia, solo successivamenti ratificati da governi e parlamenti sucubi.
6) Alcuni settori difficilmente reggerebbero senza evasione. Si ha l’impressione che la stessa Agenzia tralasci di controllare per evitare di incrementare i già forti problemi occupazionali in alcuni settori ed in alcune aree del Paese. Parimenti spesso sono gli stessi imprenditori ad invocare maggiori controlli sui concorrenti sleali che gli impediscono di competere sul mercato (lavoro nero, importazioni illegali, evasione ecc..). Al posto di chiudere occhi davanti al problema risolvendolo con scorciatoie tutte italiane, non sarebbe più corretto modificare la normativa prendendo atto del problema?
7) Spesso quelli che lanciano anatemi contro gli evasori sono gli stessi che non disdegnano di comprare beni e servizi pagando in nero in cambio di un congruo sconto. Non sono forse essi stessi colpevoli? Perché non si fa nulla per far passare questo messaggio?
8) L’amministratore o il politico che ha sperperato denaro pubblico (anche in maniera lecita), il dipendente pubblico che lavora poco e male non possono essere in qualche modo paragonati essi stessi ad un evasore?
9) I dipendenti di aziende, pubbliche e private, che operano in qualche modo in settori protetti (banche, telecomunicazioni, giornali, ecc) non sono forse stipendiati in parte con occulti balzelli a danno del cittadino? Quante di queste persone manterrebbero il proprio posto di lavoro in regime di libero mercato?
10) L’enorme burocrazia pubblica non garantisce forse una altrettanto grande burocrazia privata di cui molti godono i benefici (commercialisti, avvocati, formatori, ecc.).
Se lo Stato vuole ridurre l’evasione deve cancellare gli alibi dell'evasore e ricostruire il rapporto coi cittadini, mantenendo i propri impegni, pagando per tempo i propri debiti, tutelandone i diritti, restituendo i crediti di imposta, dando indicazioni chiare e semplici su come calcolare e versare le imposte.
Meno proclami e più collaborazione e trasparenza, solo cosi a mio parere si uscirà dalla crisi.
Link: Per restare aggiornato iscriviti alla nostra Newsletter!
Brevi riflessioni di un Commercialista di Milano sulla strategia delle PMI per alimentare il dialogo tra il nostro Studio e le imprese. Valutazione d'azienda, perizie di stima, passaggio generazionale oltre alla attualità fiscale e societaria sono i principali temi che tratteremo su queste pagine.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Post più popolari degli ultimi 30 gg
-
Startup , mai parola fu tanto amata e attirò tanto interesse nel sistema economico italiano. Dopo una prima ( e probabilmente ancora attual...
-
Questo è il nostro ultimo post .. o almeno credo. Sono passati più di sette anni da quando ho aperto questo blog, sette anni di ...
-
Il nostro Studio ha da poco iniziato una nuova collaborazione editoriale con una delle più prestigiose, se non la più prestigiosa, cas...
-
Slitta dal 16 giugno al 7 luglio 2014, il termine per effettuare i versamenti derivanti dalla dichiarazione dei redditi, dalla dichiarazion...
-
Il Governo spagnolo ha annunciato un progetto di legge che prevede un calo di circa il 12,5% delle imposte sui redditi e le società a par...
-
Siamo della stessa pasta, bionda, non la bevo sai ce l'hai scritto che la vita non ti viene come vuoi ma è la tua e per me è speciale...
-
E' successo, in fondo nulla di grave. Mio figlio sta abbandonando il pannolino e a volte può capitare di non fare in tempo.... Tra i sor...
-
Dove ci siamo persi? Difficilmente ricordo una campagna elettorale tanto triste e senza prospettive. Certo nel 94 avevo la sensazione che si...
-
Non dimenticherò mai la semplicità di Lorin Maazel nell'affrontare qualsiasi problema musicale pic.twitter.com/JgIbbIbgPx — Al...
-
Articolo pubblicato su MySolution|Post Giorgio Ambrosoli , per cinque anni commissario liquidatore della Banca Privata di Michele Sin...
Nessun commento:
Posta un commento