martedì 15 gennaio 2013

Come in una lontana leggenda, perduta chissà dove...


Il tramonto era pieno di soldati ubriachi di futuro
fra i dadi le bestemmie e il sogno di un letto più sicuro; 
ma quando lui usciva dalla tenda non osavano 
nemmeno guardare:
sapevano che c'era la sua ombra sola davanti al mare.
Poi l'alba era tutta un fumo di cavalli,
gridi e risate nuove;
dove si va, passato il Gange,
Generale, parla, dicci solo dove:
e lui usciva dalla tenda bello come la mattina il sole:
come in una lontana leggenda, 
perduta chissà dove...

Ed uscendo di casa osservo mio figlio in braccio alla mamma, dritto e fiero con il ditino imperioso ad indicar la direzione, e mi diverte pensare come assomigli al ritratto equestre di Alessandro, così grande fuori, cosi piccolo dentro...



Sta crescendo, coi suoi riccioli biondi sempre arruffati e quel sorriso che ti cattura, e vuole ormai indicar la via. 

E mentre li saluto ripenso a quanto c'è ancora in noi dei nostri sogni di bambini. 
Fortunatamente.

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