Le nuove misure che il Governo intende varare per favorire la crescita nel nostro Paese prevedono la nascita della iSrl, dove la «i» sta per innovazione (che fa tanto apple e non fa mai male in vista della campagna elettorale prossima ventura).
La bozza di decreto pare ricca di spunti interessanti seppur come al solito ormai mal raccordati al sistema normativo italiano.
La mia è una critica più sul metodo legislativo che non sui contenuti. Temo comunque che ciò causerà non pochi problemi interpretativi.
La bozza propone una serie di
benefici nei primi 48 mesi di vita della start up:
- una società semplificata che potrà costituirsi direttamente on line con una comunicazione alla Camera di commercio senza l'intervento ed i costi del notaio;
- La start up con fatturato inferiore ai 5 ml di euro (temo la quasi totalità) potrà scegliere la tassazione per cassa ai fini Iva e Ires;
- sospensione degli obblighi di ricapitalizzazione (concetto tutto da capire);
- possibili esenzioni dal divieto di offerta al pubblico di quote di srl start up, accesso alle categorie di azioni (quote, azioni? salta anche questa differenza?) previste dagli articoli 2348 e 2351 del codice civile.
Allo studio del Ministero un
contratto tipico per lavorare in start up con l'ipotesi di uno sgravio totale
sui costi per quanto riguarda l'Irap:
- le «start up stock options» (remunerare una prestazione di lavoro con quote della società),
- «work for equity» (possibilità di remunerare i servizi forniti da un avvocato, un commercialista ecc. con quote della società invece che con il pagamento di una fattura).
Le agevolazioni dovrebbero
applicarsi alle società costituite
successivamente al 31 dicembre 2009 che abbiano quattro caratteristiche:
- oggetto sociale rappresentato da sviluppo, produzione, vendita di prodotti o servizi ad alto contenuto innovativo;
- titolarità della maggioranza assoluta del capitale sociale e dei diritti di voto nell'assemblea ordinaria da parte di persone fisiche;
- svolgimento dell'attività di impresa da non più di 48 mesi;
- investimenti in R&S per un importo non inferiore al 15% del maggiore tra il totale dei costi della produzione e il valore della produzione per ciascun esercizio di attività.
In sostanza non avevamo neanche avuto il tempo di costituire la prima srl semplificata che il governo (dopo aver provveduto a far rinchiudere nelle segrete della Torre di Londra a quanto pare i migliori giuristi del Ministero) presenta un nuovo tipo societario con agevolazioni già oggi in parte utilizzabili e che impatterà immagino molto poco sul bilancio statale.
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