martedì 29 luglio 2014

Ci sarà ancora spazio per le avventure del #panatino?

Mi sono accorto solo oggi che da poco questo blog ha compiuto 7 anni.
E' tempo di bilanci, di capire se ed a cosa è servito e se ha ancora senso, soprattutto dopo l'avvento dei social network ed il mio coinvolgimento in iniziative editoriali  professionali.

E' nato quasi per caso, affiancando il più professionale NewsLetter fiscale di Studio Panato che tanto successo riscosse soprattutto tra i colleghi ed aiutò il sito di Studio Panato ad avere un forte posizionamento.

E' nato perchè sentivo il bisogno di un rapporto più diretto con il lettore, di avere uno strumento meno unidirezionale cercando di comprendere meglio imprenditori ed imprese, di comprendere meglio tutto quello che c'è dietro a bilanci e fisco.

E' servito? si, molto. A me per crescere, per trovare in rete amici ed importanti confronti professionali.

Poi forse è andato un pò più in la raccontando anche di me come uomo e come padre.

Giusto o sbagliato mischiare i due aspetti? Non lo so, lascio al lettore lo spazio nei commenti.

Stiamo proprio in questi giorni costruendo una nuova casa, siamo lenti perchè il lavoro ci impegna molto in questo periodo ma a settembre dovremmo esser pronti.

Avremo ancora un blog? Si, più bello, ugualmente sincero, in alcuni aspetti più professionale.
L'impegno è quello di scrivere meno ma con maggior completezza e professionalità.

Raccoglierà l'eredità dei blog precedenti e gli articoli che pubblichiamo su riviste e giornali on line. Si dividerà in rubriche come ideale prosecuzione degli attuali blog e per consentire al lettore di seguire solo ciò che gli interessa:

  • Riflessioni su economia ed imprese;
  • Articoli su Fisco e Società (in parte pubblicati su riviste professionali);
  • Articoli su Perizie di Stima e valutazione d'azienda, la principale specializzazione del nostro Studio.


Ci sarà ancora spazio per le avventure del panatino? Per le mie sensazioni di padre?
E' opportuno all'interno di un sito di Studio?

E' una bella domanda a cui ora non so rispondere. 


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domenica 27 luglio 2014

Quanto orgoglio in quegli occhi

E' successo, in fondo nulla di grave. Mio figlio sta abbandonando il pannolino e a volte può capitare di non fare in tempo.... Tra i sorrisi della mamma e delle donne di casa.
Ma io quegli occhi li vedo e ci ritrovo i miei. Quanto orgoglio, quanto imbarazzo a sentir parlare dell'accaduto e poi penserai chissà cosa ci troveranno di tanto divertente ed interessante.
Ma io la gravità della cosa l'ho capita, me la ricordo bene.

Eri così autonomo prima, non dovevi chieder nulla a nessuno, ti sentivi già un ometto mentre ora, non si capisce perché han voluto cambiar tutto, niente più pannolino ed ora che bel risultato, pure per far pipì tocca chiedere l'aiuto di mamma. E poi per giunta mica sempre fila tutto liscio.

E mentre sono lì vicino e serio cerco di incrociare i tuoi occhi imbronciati ti racconto che è' successo pure a papà da piccolo, e tu ti fermi, mi guardi stupito, rassicurato, quasi sollevato... Ma è' solo un attimo. Di certe cose i duri non parlano, parliamo d'altro...

Cerchi però di nascosto di capire qualcosa di più di questo papà con cui hai meno confidenza che con la mamma, questo papà che deve essere molto saggio perché sa tutti i poteri dei super eroi e conosce la storia degli indiani e dei cowboy, ma che non è bravo come la mamma ad aggiustar i giocattoli.

E ti vedo crescere, così fiero anche di come affronti i piccoli grandi problemi come questo.

Nei tuoi occhi vedo cambiare il mondo, prima così semplice e protetto, oggi avventuroso e complicato. 
E la tua voglia di affrontar in braccio alla mamma le onde del mare, quella paura negli occhi che non ti frena ma anzi ti spinge ad incitar la mamma nell'affrontarne con te di sempre più alte.

Un coraggio strano e sfidante che hai preso tutto da lei e spero ti accompagni fino a diventar parte di te.

L'orgoglio (fino a diventar alterigia a volte) ed il senso del pudore quello l'hai preso da papà ed è bastato uno sguardo perché fosse chiaro ad entrambi.

Quanto abbiamo imparato oggi da un piccolo incidente.

martedì 15 luglio 2014

Recesso del socio: Convegno Università Cattolica di Milano




Confesso che questa volta nel presentare il prossimo convegno tradisco una certa emozione. Il tema è di assoluta attualità per il nostro Studio che sta affrontando ultimamente diverse pratiche di recesso e/o contenzioso tra soci.
I relatori, Alessandro Savorana e Massimiliano Sironi, sono di livello (qui la brochure con le agevolazioni per i praticanti e le borse di studio). 

Per me sarà una preziosa occasione di studio (estivo) e di confronto. E poi rappresenta la mia prima volta in Università Cattolica a MIlano. Sono già stato ospite a Piacenza. A Milano sarà come sempre emozionante, come ogni volta che torno in Università..



Il Recesso del socio nella SpA e nella Srl. 
Aspetti societari, aziendali e tributari.

Fondazione Dottori Commercialisti di Milano
Scuola di specializzazione in diritto societario e comunitario

In collaborazione con il 
Master universitario di II livello in Diritto Tributario
Università Cattolica del Sacro Cuore

La riforma del diritto societario ha innovato profondamente i principi attinenti al diritto di recesso dei soci nelle società di capitali. Pur nella valutazione dei contrapposti interessi, il legislatore ha ampliato le cause di recesso e modificato i criteri di determinazione del valore delle azioni/quote da liquidare al socio recedente, oggettivamente penalizzati nella precedente disciplina. Alla tutela della società, quale centro d’interessi compositi e articolati, viene, quindi, a contrapporsi il principio di consentire al socio sempre e comunque una possibilità d’uscita, con una “aspettativa” di rimborso a valori correnti o comunque superiori rispetto all’investimento iniziale. Il nuovo quadro normativo dell’exit viene, pertanto, affrontato cercando di metterne in evidenza gli aspetti societari, quelli aziendali connessi ai criteri di valutazione di liquidazione della partecipazione, nonché le conseguenti implicazioni fiscali.

Data
18 settembre 2014

Organizzatori
Scuola di Specializzazione in diritto societario e comunitario, Fondazione Dottori Commercialisti in collaborazione con l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano

Sede del convegno
Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
Palazzo Gonzaga di Vescovado

Via Carducci 28/30 – Aula C012 – Milano


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Maggiori informazioni sul sito della 
Fondazione Dottori Commercialisti di Milano



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lunedì 14 luglio 2014

Il miglior complimento per un professionista



Questo credo sia il miglior complimento per un professionista
... e quanto dell'uomo traspare.

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lunedì 7 luglio 2014

Storie di imprese, di consulenti, di coraggio e di fiducia.




Cara Federica,

usiamo internet per trasferire in un "botta e risposta" le nostre riflessioni e le nostre conversazioni telefoniche. 

Comprendo quello che vuoi dire nel tuo post Basta che funzioni … scritto in risposta al mio Internazionalizzazione, un concentrato dei pregi e difetti di impresa/nazione . Cito e linko per consentire anche al lettore di conoscere un pò l'origine di questo post nato da un pomeriggio in Egea.

Sai che ti stimo, professionalmente e come persona (non perderei tempo a scrivere altrimenti) e proprio per questo sarò molto sincero, forse brutale.

Mentre ascoltavo la lezione del Prof. Markus Venzin, sorridevo. Sorridevo perchè mentre lui esponeva le strategie e le difficoltà incontrate da multinazionali nella difficile arte dell'internazionalizzazione io ritrovavo le stesse esperienze, le stesse paure (moltiplicate), le stesse sfide nei racconti dei miei clienti e di qualche amico.

Lo scoprire che è necessario pianificare ed investire, con tutta la paura che questo si porta dietro

... perchè sai Andrea, i risultati non si vedono a breve e spero di aver la forza finanziaria per reggere
... son troppo piccolo per diluire gli sforzi, devo scegliere un mercato in cui entrare, forse meglio dire una città, provo con Parigi, che non è la Francia, ma se riesco a Parigi poi posso crescere.
... non è vero che i mercati ed i prodotti son tutti uguali, non nel mio settore, devo capire prima cosa vogliono i clienti, magari per noi sono piccole modifiche di prodotto ma per il cliente estero vuol dir molto.
... che vuoi, si vendiamo all'estero, ci cercano, ma vender poco qua e là non vuol dire internazionalizzazione, oggi non sono ancora pronto ma l'anno prossimo si laurea mio figlio e se decide di entrar in azienda...

Ascoltare il Prof. Venzin era ben altra cosa, respirare l' ossigeno di chi vola alto, ma io sorridevo perchè alcune di quelle cose le avevo sentite da imprenditori che ci han sputato sangue per giungere alle stesse conclusioni.

E vedere alto e basso che si incontrano, vedere teoria e sogni che in qualche modo, senza conoscersi, trovano una sintesi in un progetto aziendale... be è davvero una grande emozione.

So perfettamente quello che vuoi dire, quante imprese si perdono per strada per chiusura mentale, per non voler guardare un mondo che cambia, e la tua rabbia di vedere quanta storia imprenditoriale questo Paese si sta perdendo. Nel vedere quanti sforzi tuoi e, permettimi, anche miei si perdono in storie non a lieto fine.

Vedo però anche imprese che a fronte del tuo "tanto non capireste" gridano con quanto fiato hanno in gola "Io voglio capire!"

Imprenditori che assumono le persone capaci che trovano nella loro strada senza saper prima esattamente cosa fargli fare, perchè uno bravo serve sempre e la funzione se la crea da solo.

Oggi purtroppo molto è cambiato e se prima l'imprenditore sceglieva il consulente, oggi tocca anche al consulente scegliersi l'imprenditore.

L'impresa gioca una sfida difficile e complessa, tutti i membri della squadra devono esser sicuri di credere negli stessi obiettivi.

Forse è, come ti dicevo, un periodo positivo, ma io questi imprenditori li vedo, stanchi di correre in salita, certo, ma quella luce negli occhi è sempre accesa.

Imprenditori che vengono da me per parlar di tasse e di bilancio ma che poi

 .... posso offrirle da bere, possiamo darci del tu...

... e si parla di azienda di progetti, di famiglie che investono molto se non tutto. Si parla di esperienze, di amici comuni, di figli che crescono, della speranza che entrino, di libri che 

...spiegano meglio di come possa fare io adesso, ti mando titolo ed autore via email, poi magari ne parliamo quando hai tempo, ci prendiamo un aperitivo...
E bisogna ritrovare il coraggio di lasciarsi contagiare... ancora una volta, nonostante le disillusioni, tornare ad avere fiducia in chi ha fiducia nella sua impresa, in chi crede nel suo progetto.


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Ricordando Giorgio Ambrosoli (Video)

Articolo pubblicato su MySolution|Post

Giorgio Ambrosoli, per cinque anni commissario liquidatore della Banca Privata di Michele Sindona, fu ucciso a Milano da un killer la notte tra l'11 e il 12 luglio 1979.

Il lettore più attento sa che il nome di Ambrosoli ricorre spesso nei miei post e che non mi stanco di diffonderne la storia. Mi piace farlo soprattutto sperando che queste righe siano lette da studenti universitari e praticanti, ragazzi giovani, pieni di buona volontà a cui spesso ci dimentichiamo di spiegare che la professione non è fatta solo da leggi e numeri, ma da giustizia e responsabilità.

Sarà che anche io ho perso mio padre presto, sarà che anche lui si chiamava Giorgio, sarà che sono cresciuto con questi valori un pò antichi... ma ogni volta che riascolto la rievocazione della storia dell’Avv. Ambrosoli mi commuovo.

Vi suggerisco di investire un po’ del vostro tempo nel rivedere quel video e magari nel leggere “QUALUNQUE COSA SUCCEDA” libro scritto dal figlio Umberto.

Vi ripropongo un estratto della lettera scritta alla moglie poco dopo aver ricevuto l'incarico e diversi anni prima di morire. Quanta dignità, quanta consapevolezza del proprio ruolo di professionista, quanto amore per la sua famiglia e per il suo Paese in queste poche righe, in nome dello Stato e non per un partito.

“Anna carissima,è il 25.2.1975 e sono pronto per il deposito dello stato passivo della B.P.I. (Banca Privata Italiana n.d. r.) atto che ovviamente non soddisfarà molti e che è costato una bella fatica.Non ho timori per me perché non vedo possibili altro che pressioni per farmi sostituire, ma è certo che faccende alla Verzotto e il fatto stesso di dover trattare con gente di ogni colore e risma non tranquillizza affatto. E’ indubbio che, in ogni caso, pagherò a molto caro prezzo l’incarico: lo sapevo prima di accettarlo e quindi non mi lamento affatto perché per me è stata un’occasione unica di fare qualcosa per il paese.Ricordi i giorni dell’Umi (Unione Monarchica Italiana n.d.r.) , le speranze mai realizzate di far politica per il paese e non per i partiti: ebbene, a quarant’anni, di colpo, ho fatto politica e in nome dello Stato e non per un partito. Con l’incarico, ho avuto in mano un potere enorme e discrezionale al massimo ed ho sempre operato – ne ho la piena coscienza – solo nell’interesse del paese, creandomi ovviamente solo nemici perché tutti quelli che hanno per mio merito avuto quanto loro spettava non sono certo riconoscenti perché credono di aver avuto solo quello che a loro spettava: ed hanno ragione, anche se, non fossi stato io, avrebbero recuperato i loro averi parecchi mesi dopo.I nemici comunque non aiutano, e cercheranno in ogni modo di farmi scivolare su qualche fesseria, e purtroppo, quando devi firmare centinaia di lettere al giorno, puoi anche firmare fesserie. Qualunque cosa succeda, comunque, tu sai che cosa devi fare e sono certo saprai fare benissimo. Dovrai tu allevare i ragazzi e crescerli nel rispetto di quei valori nei quali noi abbiamo creduto [... ] Abbiano coscienza dei loro doveri verso se stessi, verso la famiglia nel senso trascendente che io ho, verso il paese, si chiami Italia o si chiami Europa.Riuscirai benissimo, ne sono certo, perché sei molto brava e perché i ragazzi sono uno meglio dell’altro [... ] Sarà per te una vita dura, ma sei una ragazza talmente brava che te la caverai sempre e farai come sempre il tuo dovere costi quello che costi.”

Ero in dubbio se pubblicare o meno questo post, forse un pò retorico, ma ci sono cose che è giusto ricordare, che fa bene ricordare.



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giovedì 3 luglio 2014

Internazionalizzazione, un concentrato dei pregi e difetti di impresa/nazione



Qualche giorno fa, come ormai piacevole abitudine, ho partecipato al Leading Group di Egea ed assistito ad una interessante lezione del Prof. Markus Venzin sul tema internazionalizzazione.

Grande interesse da parte di tutti i partecipanti sia per il tema in se, sia perchè sempre di più ci si rende conto che l'internazionalizzazione è la sintesi dei pregi e dei difetti di una impresa, del Paese, delle persone che vi lavorano.

Come ogni nuovo progetto aziendale rappresenta un bella prova in cui mettere in gioco le proprie competenze, scoprire le criticità, trasformarsi ecc.

Spesso però si sottovaluta l'importanza di riuscire a trasferire quanto appreso all'estero nel mercato domestico. Idem in caso di nuovi progetti sperimentali.

L'azienda è' una e l'osmosi delle conoscenze e' fondamentale per competere sul mercato.

Proprio ieri ho avuto occasione di confrontarmi sul tema con un nostro cliente, ex studente del professore, oggi impegnato in una azienda del progetto Élite di Borsa Italiana ( di cui abbiamo già parlato su questo blog).

Bello vedere come le esperienze messe in circolo si autoalimentino in un circolo virtuoso.


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