sabato 29 settembre 2012

Proroga IMU: Signori, siamo seri!


Ancora una volta come ogni volta a ridosso della scadenza da Nottingham si legifera tramite comunicato stampa. Una proroga senza scadenza, si vedrà, si potrà...

Mi chiedo a che gioco si stia giocando, so solo che sta diventando estremamente complesso ed oneroso pianificare l'attività di studio tra proroghe, controproroghe e circolari interpretative dell'ultima ora che spesso più che interpretare pretendono di legiferare.

Ora io credo sia giusto pretendere che la si smetta coi comunicati stampa e che si torni a comunicare tra Parlamento (e non strutture burocratiche intermedie che non hanno legittimità alcuna) e cittadino tramite Gazzetta Ufficiale.


Comunicato stampa Min. Economia e Finanze 28.9.2012
Al Consiglio dei Ministri della prossima settimana
la proroga per la presentazione della dichiarazione IMU 2012

Al fine di assicurare ai contribuenti interessati un ragionevole periodo di tempo per l'adempimento, il Consiglio dei Ministri della prossima settimana valuterà la proposta del MEF di proroga del termine di presentazione della dichiarazione IMU per gli immobili per i quali l'obbligo dichiarativo è sorto dal 1° gennaio 2012. Sarà pubblicato a breve sulla Gazzetta Ufficiale il decreto del Ministro dell'Economia e delle Finanze che approva il modello della dichiarazione IMU e le relative istruzioni per la compilazione.


 Proroga di fatto, quindi, confermata oggi da un comunicato del ministero dell'Economia in cui si annuncia che «il Consiglio dei ministri della prossima settimana, previsto per giovedì 4 ottobre, valuterà la proposta del Mef di proroga del termine». Il Sole 24 Ore - leggi su http://24o.it/vdTmT 

 Per la nuova imposta sugli immobili, già funenstata da molte correzioni in corso d'opera, ci sarà quindi un'ulteriore rettifica nel calendario. Il Sole 24 Ore - leggi su http://24o.it/vdTmT 

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mercoledì 26 settembre 2012

Dobbiamo ripensare il modello di business al quale siamo abituati.

Marchionne può piacere o meno ma vale sempre la pena leggere i suoi discorsi. 
Ripensare il business model, concentrarsi su export ed alleanze sono elementi su cui riflettere. 
Preferisco non commentare invece quella che è la strategia di pressione politica dell'azienda su alcuni temi. Strategia giusta o sbagliata a cui però il governo dovrà proporre con urgenza soluzioni, non solo per fiat ma per tutta l'industria italiana. 

Dobbiamo ripensare il modello di business al quale siamo abituati.
Dobbiamo renderci conto che l’Italia e l’Europa non potranno per noi più essere i soli mercati finali.
Noi ci impegniamo a fare la nostra parte, ma da soli non possiamo fare tutto.
E’ necessario iniziare da subito a pianificare azioni per recuperare competitività.
Sono i momenti più difficili che spingono le persone a stringersi intorno ai valori comuni e a tirare fuori il meglio di sé.
Adesso è il momento di dimostrare che siamo all’altezza della situazione e che siamo degni della storia che abbiamo alle spalle.
Ora abbiamo una storia comune da scrivere e siamo legati, oltre che da valori profondi, anche dalle esperienze forti che abbiamo condiviso.
Chi passa attraverso una prova del genere, chi sopravvive, non sarà mai più come prima.
I sopravvissuti sono persone diverse, sono persone speciali, che hanno imparato a guardare al futuro in un modo diverso da chiunque altro.
Perché oggi sappiamo che abbiamo la forza per reagire, abbiamo l’obbligo di non acconsentire al degrado e al disimpegno dalla competizione, di non essere complici della trascuratezza e degli sprechi.
Perché oggi sappiamo che esiste sempre un momento in cui possiamo smettere di lavorare per limitare i danni e iniziare a passare all’attacco.
Io ho sempre superato i miei momenti di incertezza con la determinazione di chi ha  un progetto di valore e sente il dovere di realizzarlo.
Abbiamo obiettivi credibili e persone di valore. Abbiamo idee, coraggio e determinazione.
Non ci serve altro.
Vorrei che tutti ci lasciassimo questa sera ripetendo quello che Einstein disse più di un secolo fa: “Ho deciso di guardare solo al futuro, perché è lì che ho intenzione di passare il resto della mia vita”.

Scarica il discorso completo di Marchionne alla FIAT


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lunedì 24 settembre 2012

Gli effetti positivi della cooperazione in ricerca e sviluppo tra imprese

Presentiamo il paper di Banca di Italia su ricerca e sviluppo per le imprese.

Il lavoro fornisce un’introduzione all’analisi economica della cooperazione in ricerca e sviluppo (R&S) tra imprese. Sulla base di alcuni fatti stilizzati, vengono esposti i principali contributi della letteratura teorica sui benefici e i costi che le imprese ottengono con la cooperazione in R&S. Successivamente, vengono esaminati i pro e i contro di tale cooperazione, da una prospettiva di politica economica. L’analisi mostra che la cooperazione tende, in genere, ad aumentare il benessere economico. Nella parte finale si discutono alcuni temi di ricerca non ancora approfonditi nella letteratura teorica. 

Approfondimento: http://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/econo/quest_ecofin_2/QF_130;internal&action=_setlanguage.action?LANGUAGE=it

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venerdì 21 settembre 2012

La formazione professionale obbligatoria ovvero nuove notizie da Nottingham

Tra i paradossi normativi italiani vi è anche una norma che considera la formazione obbligatoria, non solo inerente, ma indispensabile all'attività professionale.
Ed un'altra norma gemella che considera questi costi indeducibili per il 50%.

Le spese per la formazione continua e obbligatoria dei professionisti iscritti agli albi sono deducibili dal reddito di lavoro autonomo nel limite del 50%, così come tutti i costi per la partecipazione ai corsi di aggiornamento. Il Sole 24 Ore - leggi articolo

Nessuno chiede agevolazioni, solo coerenza.

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mercoledì 19 settembre 2012

Marchionne: ha davvero sbagliato tutto?


Perché Marchionne, considerato un eroe a Detroit, è odiato in Italia?

Siamo proprio sicuri che produrre in Italia massimizzi l'utile Fiat?


E' corretto chiedere a Marchionne di fare il bene (???) del nostro Paese a discapito della azienda che dirige?

Non avrebbe più senso riflettere sul perchè l'Italia si sta rivelando un Paese inospitale per imprese ed imprenditori?

Come sempre forse prima di criticar Marchionne bisognerebbe eliminare le cause o gli alibi al suo comportamento.

Due articoli per approfondire:


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martedì 18 settembre 2012

Ennesima Proroga ovvero la promessa non mantenuta


E questa volta
Anche stavolta
Come ogni volta
Giurami che non andrai fino in fondo
Giurami che non tenterai fino in fondo
Che non giocherai fino a consumarti almeno stavolta
ERZ - la promessa


Concessione di beni in godimento ai soci
Slitta al 31 marzo 2013 il termine per la prima comunicazione
Il termine per la trasmissione all’Anagrafe Tributaria dei dati relativi ai beni dell’impresa concessi in godimento a soci o familiari è prorogato al 31 marzo 2013.

Lo slittamento è previsto dal provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Entrate di oggi, che dispone un più ampio termine per la prima comunicazione dei dati, fissato al 15 ottobre 2012, tenuto conto delle particolari difficoltà di attuazione e della assoluta novità della misura.

Il testo del provvedimento è disponibile sul sito internet dell’Agenzia delle Entrate,
www.agenziaentrate.it.


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lunedì 17 settembre 2012

Commercialisti ed Avvocati: torna di moda la boutique

Sempre di più sulla stampa specializzata si leggono articoli inneggianti il ritorno alla boutique legale, ovvero lo Studio professionale tradizionale fondato su uno o più soci che rappresentano il principale riferimento per il cliente.

Una riscoperta delle strutture di piccole dimensioni, del rapporto fiduciario, del saper ascoltare e del crescere insieme. All'improvviso pare che i grossi studi internazionali siano troppo grossi e pesanti per inseguire il cambiamento, cosa che io credo esser vera solo in parte. Entrambe le soluzioni (boutique e studio internazionale) hanno pro e contro che è importante analizzare.

In realtà credo sia necessario esser chiari. Questa è una tendenza che trova ragion d'essere in due fattori principali:
  • Gli studi legali riducono fatturato e dimensioni, molti avvocati quindi giocoforza aprono un proprio studio per non uscire dal mercato;
  • Non sempre le parcelle dei grossi studi erano motivate ed il cliente più attento riesce a trovare qualità a prezzi inferiori in strutture più piccole.
Nulla di nuovo, ne abbiamo già parlato su queste pagine (commercialista low cost). E' necessario rinnovare il business model dello studio.

La vera sfida è non tornare ad adottare vecchie formule ma provare a coniugare i pregi dello Studio Professionale tradizionale con le moderne tecnologie, con più evolute formule organizzative, con una maggiore attenzione alla qualità ed alle esigenze del cliente.

Di questo ed altro parleremo durante la tavola rotonda a conclusione del corso: Marketing strategico e operativo, business development, deontologia e comunicazione l'11 dicembre 2012;

VISUALIZZA IL PROGRAMMA DETTAGLIATO E LA SCHEDA DI ISCRIZIONE

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venerdì 7 settembre 2012

La cinghia di trasmissione

Lavoravo in quel di Baggio in catena di montaggio
E giravo una ramella sempre una sempre quella
Ed un giorno fu così che mi venne fuori un tic

......
Lavoravo in quel di Baggio e mi han licenziato a maggio
M’ha chiamato il Direttore e mi ha detto : Caro signore
Con quel tic non rende niente!…Eh! Non vede? Sembra quasi un deficiente!


Giorgio Gaber - Il Tic


Un paio di coincidenze ed una riflessione.
Ieri mi sorprendo nel contestare ad un amico la classica teoria de "l'Italia si regge sulle PMI che sono la forza del Paese". Gli dico di stare attento, di non suscitare facili entusiasmi, che tutta una parte, fatta soprattutto di produttori e terzisti ma non solo, sta finendo massacrata per colpa della contrazione del mercato ma anche per la mancanza di competenze ed innovazione.
 
Oggi leggo un post di Futuro Artigiano "In Italia ci ostiniamo a contrapporre grandi e piccole imprese. Altrove grandi gruppi industriali (GE) finanziano le sperimentazioni dei maker"
 
Non entro nel concreto, ci si muove spesso per associazione di idee, ma quello che è certo che in Italia mancano da troppo grandi e medie imprese capaci di fare cordata (oggi si dirà rete) con la PMI.
 
Troppo spesso i contratti di fornitura mirano a strozzare la piccola impresa che, quasi come l'operaio nella canzone di Gaber, è troppo presa a sopravvivere per pianificare, per evolvere, per crescere.
 
Un tempo l'accordo era più ampio ancorchè tacito. "Entri nel progetto, ti pago poco, ma ti garantisco fatturato stabile e ti trasferisco conoscenza Paese, marketing, finanza..."
 
Si faceva squadra, il capocordata rappresentava anche una garanzia (informale ovviamente) per la banca.

La Piccola faceva si il lavoro sporco ma rubava quelle competenze necessarie per crescere.
 
Oggi si fa un gran parlare di reti di imprese, ma quanto sarebbe più semplice se come da tradizione italiana (distretti, consorzi, ecc) ci fosse più spesso un capocordata?

Forse le PMI si sentirebbero meno sole ed in condizione meno precaria.

Forse sbaglio ma forse bisognerebbe ripartire da li.

PS Inciso polemico: se Telecom invece di fare mille iniziative pro start up avesse creduto di più in Matrix e Virgilio, magari investendo in spin off, magari innovando, magari diventando essa stessa incubatore di idee dei suoi dipendenti, di giovani studenti, ecc non sarebbe forse stata una straordinaria cinghia di trasmissione di innovazione e competenze?....


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lunedì 3 settembre 2012

Start up: srl semplificata finalmente al via

Mercoledì 29 agosto debutta la società a responsabilità limitata semplificata, con l'entrata in vigore del Decreto Ministeriale Giustizia 138 del 23 giugno 2012 (pubblicato in Gazzetta Ufficiale 189 del 14 agosto) che detta l'atto costitutivo standard della Srl semplificata (SRLS).
 

La formulazione con DM dell'atto costitutivo standard era indispensabile perché il nuovo articolo 2463-bis del Codice civile (introdotto dal Dl 1/2012, convertito in legge 27/2012) sancisce che «l'atto costitutivo (della SRLS, ndr) deve essere redatto per atto pubblico in conformità al modello standard tipizzato con decreto del ministro della Giustizia, di concerto con il ministro dell'Economia e delle Finanze e con il ministro dello Sviluppo economico».
 

Una delle caratteristiche principali della SRLS è infatti di esser priva di statuto e che l'atto costitutivo deve coincidere con quello dettato dal DM Giustizia, non essendo consentite variazioni di alcun tipo. Qualsiasi variazione rispetto al modello standard dovrebbe avere come conseguenza la costituzione non di una SRLS ma, eventualmente, di una SRL ordinaria o di una SRL a capitale ridotto (tesi del notariato fondata sulla ratio della norma più che sulla lettera di una disposizione normativa non cosi netta).
 

La SRL semplificata va costituita presso il notaio con atto pubblico. Il notaio nel ricevere l'atto costitutivo della società a responsabilità limitata semplificata, accerterà l’identità e la sussistenza delle qualità soggettive dei soci, in particolare il requisito anagrafico e la corrispondenza dell’atto costituivo al modello standard.

Caratteristiche della SRLS

  1. La possono costituire solo giovani (persone fisiche) under 35  (è vietata la cessione delle quote a soci che abbiano compiuto i 35 anni, ed è nullo l’eventuale atto di trasferimento).
  2. La forma da adottare è quella dell'atto costitutivo pubblico redatto secondo il modello ministeriale.
  3. Nella denominazione dovrà essere specificato che si tratta di SRL Semplificata.
  4. L'amministrazione della società è in capo ad uno o più soci.
  5. Il capitale sociale per la costituzione della SRLS può variare da un minimo di 1 euro a un massimo di 9.999 euro. Il capitale deve essere versato in denaro direttamente agli amministratori della società.
  6. Cosa succede quando uno dei soci compie 35 anni di età? O il socio esce dalla società o la srl semplificata si trasforma in SRL ordinaria, SRL a capitale ridotto o altro tipo di società.
  7. Per la stipula dell'atto costitutivo non sono dovuti onorari notarili.
  8. L'atto costitutivo e l'iscrizione nel registro delle imprese sono esenti da imposta di bollo e da diritti di segreteria ma non sono esenti da imposta di registro (168 Euro), né dai diritti camerali di prima iscrizione (in media 200 Euro) e annuali, né dai tributi per l'apertura della partita IVA, né da altre imposte e tasse (ad esempio quella di CC.GG. dovuta per la messa in uso e prima vidimazione dei libri sociali obbligatori). Non sono previste semplificazioni per quanto concerne gli obblighi contabili e fiscali ed il bilancio annuale.
Alcuni svantaggi da tener presente:
  1. recesso libero per i soci essendo la durata della società illimitata
  2. non previste clausole di prelazione quindi nessun obbligo di vendere pioritariamente ai soci
  3. non prevista amministrazione disgiunta (o amministratore unico o CDA)
  4. non previsti quorum assembleari diversi da quanto previsto per legge.

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Start up: nasce la Srl innovativa


Le nuove misure che il Governo intende varare per favorire la crescita nel nostro Paese prevedono la nascita della iSrl, dove la «i» sta per innovazione (che fa tanto apple e non fa mai male in vista della campagna elettorale prossima ventura).

La bozza di decreto pare ricca di spunti interessanti seppur come al solito ormai mal raccordati al sistema normativo italiano.

La mia è una critica più sul metodo legislativo che non sui contenuti. Temo comunque che ciò causerà non pochi problemi interpretativi.

La bozza propone una serie di benefici nei primi 48 mesi di vita della start up:
  •  una società semplificata che potrà costituirsi direttamente on line con una comunicazione alla Camera di commercio senza l'intervento ed i costi del notaio;
  • La start up con fatturato inferiore ai 5 ml di euro (temo la quasi totalità) potrà scegliere la tassazione per cassa ai fini Iva e Ires; 
  • sospensione degli obblighi di ricapitalizzazione (concetto tutto da capire);
  • possibili esenzioni dal divieto di offerta al pubblico di quote di srl start up, accesso alle categorie di azioni (quote, azioni? salta anche questa differenza?) previste dagli articoli 2348 e 2351 del codice civile.
Allo studio del Ministero un contratto tipico per lavorare in start up con l'ipotesi di uno sgravio totale sui costi per quanto riguarda l'Irap: 
  • le «start up stock options» (remunerare una prestazione di lavoro con quote della società), 
  • «work for equity» (possibilità di remunerare i servizi forniti da un avvocato, un commercialista ecc. con quote della società invece che con il pagamento di una fattura).
Le agevolazioni dovrebbero applicarsi alle società  costituite successivamente al 31 dicembre 2009 che abbiano quattro caratteristiche:
  • oggetto sociale rappresentato da sviluppo, produzione, vendita di prodotti o servizi ad alto contenuto innovativo;
  • titolarità della maggioranza assoluta del capitale sociale e dei diritti di voto nell'assemblea ordinaria da parte di persone fisiche;
  • svolgimento dell'attività di impresa da non più di 48 mesi;
  • investimenti in R&S per un importo non inferiore al 15% del maggiore tra il totale dei costi della produzione e il valore della produzione per ciascun esercizio di attività.
In sostanza non avevamo neanche avuto il tempo di costituire la prima srl semplificata che il governo (dopo aver provveduto a far rinchiudere nelle segrete della Torre di Londra a quanto pare i migliori giuristi del Ministero) presenta un nuovo tipo societario con agevolazioni già oggi in parte utilizzabili e che impatterà immagino molto poco sul bilancio statale.

Come sempre ribadisco che sarebbe stato molto meglio prevedere agevolazioni e semplificazioni per tutte le srl senza continuare a costruire eccezioni su eccezioni scarsamente correlata a livello sistemico con le norme del diritto societario che, emanato da sua Maestà i Re e Imperatore, era riuscito a sopravvivere dignitosamente ad oltre 60 anni di storia repubblicana fino all'arrivo di Passera.

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