In questo periodo, leggendo i giornali ed i vari resoconti di incontri tra politici e signorine varie, mi ritorna spesso alla mente un piccolo trafiletto del mio libro di storia delle medie.
Un trafiletto trascurato sia dagli insegnanti sia dagli studenti ma che non so bene per quale motivo mi è sempre restato bene impresso.
Nel paragrafo l'autore analizzava le origini della morale borghese (già dal titolo potete ben immaginare il perchè fosse trascurato dai lettori poco desiderosi di annoiarsi su un argomento cosi scomodo).
In sostanza la morale borghese nasce dalla necessità dell'imprenditore nato dalla rivoluzione industriale di avere almeno dentro casa un ambiente protetto e sereno. Certo il rischio è quello di scadere nel diventar bigotti, ma come non dar ragione al borghese che dopo aver lottato tutto il santo giorno affrontando le burrasche del libero mercato almeno nei confini familiari vuol ritrovare calma e serenità?
La domanda provocatoria è dunque: possibile che l'assenza di morale si manifesti proprio o soprattutto quando questo paese ha deciso definitivamente di rinunciare alla libera concorrenza sia in politica (tutti nominati dal leader) sia in economia (con le privatizzazionei si è smesso di far maglioncini per aver le autostrade, di vender gomme per gestire reti telecom, ecc..)?
Ma forse queste considerazioni è meglio lasciarle tra i ricordi di un bimbo...
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Brevi riflessioni di un Commercialista di Milano sulla strategia delle PMI per alimentare il dialogo tra il nostro Studio e le imprese. Valutazione d'azienda, perizie di stima, passaggio generazionale oltre alla attualità fiscale e societaria sono i principali temi che tratteremo su queste pagine.
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giovedì 10 febbraio 2011
martedì 2 giugno 2009
In nome dello Stato e non per un partito.
Sarà che anche io ho perso mio padre presto, sarà che anche lui si chiamava Giorgio, sarà che sono cresciuto in questi valori un pò antichi ... l'altra mattina quando ho assistito ad una intervista al figlio di Giorgio Ambrosoli, mi sono commosso. Vi ripropongo in questo 2 giugno un estratto della lettera scritta alla moglie poco dopo aver ricevuto l'incarico e diversi anni prima di morire.
Qualunque cosa succeda: la storia di un eroe borghese.
A trent’anni dall’omicidio dell’avvocato Giorgio Ambrosoli, il libro del figlio Umberto ripropone una storia di straordinario impegno civile, ancora attualissima.

A trent’anni dall’omicidio dell’avvocato Giorgio Ambrosoli, il libro del figlio Umberto ripropone una storia di straordinario impegno civile, ancora attualissima.
Anna carissima,
è il 25.2.1975 e sono pronto per il deposito dello stato passivo della B.P.I. (Banca Privata Italiana n.d. r.) atto che ovviamente non soddisfarà molti e che è costato una bella fatica.
Non ho timori per me perché non vedo possibili altro che pressioni per farmi sostituire, ma è certo che faccende alla Verzotto e il fatto stesso di dover trattare con gente dì ogni colore e risma non tranquillizza affatto. E’ indubbio che, in ogni caso, pagherò a molto caro prezzo l'incarico: lo sapevo prima di accettarlo e quindi non mi lamento affatto perché per me è stata un'occasione unica di fare qualcosa per il paese.
Ricordi i giorni dell'Umi (Unione Monarchica Italiana n.d.r.) , le speranze mai realizzate di far politica per il paese e non per i partiti: ebbene, a quarant'anni, di colpo, ho fatto politica e in nome dello Stato e non per un partito. Con l'incarico, ho avuto in mano un potere enorme e discrezionale al massimo ed ho sempre operato - ne ho la piena coscienza - solo nell'interesse del paese, creandomi ovviamente solo nemici perché tutti quelli che hanno per mio merito avuto quanto loro spettava non sono certo riconoscenti perché credono di aver avuto solo quello che a loro spettava: ed hanno ragione, anche se, non fossi stato io, avrebbero recuperato i loro averi parecchi mesi dopo.
I nemici comunque non aiutano, e cercheranno in ogni modo di farmi scivolare su qualche fesseria, e purtroppo, quando devi firmare centinaia di lettere al giorno, puoi anche firmare fesserie. Qualunque cosa succeda, comunque, tu sai che cosa devi fare e sono certo saprai fare benissimo. Dovrai tu allevare i ragazzi e crescerli nel rispetto di quei valori nei quali noi abbiamo creduto [... ] Abbiano coscienza dei loro doveri verso se stessi, verso la famiglia nel senso trascendente che io ho, verso il paese, si chiami Italia o si chiami Europa.
Riuscirai benissimo, ne sono certo, perché sei molto brava e perché i ragazzi sono uno meglio dell'altro [... ] Sarà per te una vita dura, ma sei una ragazza talmente brava che te la caverai sempre e farai come sempre il tuo dovere costi quello che costi.
Hai degli amici, Franco Marcellino, Giorgio Balzaretti, Ferdinando Tesi, Francesco Rosica, che ti potranno aiutare: sul piano economico non sarà facile. ma - a parte l'assicurazione vita – (…)
Giorgio
Il libro è uscito da poco, comprarlo sarà un pò come dimostrare al figlio la stima nei confronti del padre.
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