martedì 18 maggio 2010

Guardarsi allo specchio

In questi giorni sto selezionando un professionista (campo completamente diverso dal mio). Una esperienza devo dire molto sofferta, una categoria dove trovo una incredibile e diffusa incompetenza.
Tutto questo però mi fa riflettere molto sui criteri di selezione dei clienti (per una volta mi trovo dall'altra parte).

Alcune riflessioni:

  1. La prima selezione è avvenuta sul passaparola, con scarsi risultati. Ma l'istinto è stato subito quello, chiedere referenze ad amici e conoscenti. Il passaparola va incoraggiato (es. sito, lavori svolti, ecc).
  2. Il secondo tentativo è avvenuto su internet. La categoria in questione stranamente (o forse no, anche nella mia quanti sono presenti in rete?) è del tutto assente o quasi.
  3. Dopo il primo contatto i primi problemi: il professionista deve essere al passo coi tempi, ho scartato credo buoni professionisti perchè non richiamavano, dovevo essere io a ricordare continuamente le scadenze, ecc... Ormai l'email è indispensabile. non averla mi impedisce il dialogo. Importanza delle micro consegne e della tecnologia
  4. La struttura: lo studio deve essere attrezzato per facilitare il lavoro del professionista. Un ottimo professionista senza struttura difficilmente darà il meglio di se. Scartati buoni professionisti magari con qualche anno in più perchè non avevano una struttura che li valorizzasse.
  5. Informazioni: per abitudine non delego mai del tutto ma cerco di collaborare con il consulente. Apprezzo quindi i professionisti che ti permettono di capire come lavorano e operano in maniera trasparente. é quello che cerco di fare anche nel mio lavoro. Molti colleghi nascondono informazioni per sfuggire il controllo (cosa che con internet è ormai impossibile). Io cerco di incentivare il cliente a conoscere cosa sto facendo, si lavora meglio, si evitano gli errori, si comprende meglio cosa vuole il cliente.
  6. Tangibilità del servizio: lo studio, il modo di presentarsi, la documentazione fornita al cliente sono passaggi importanti, più di quanto pensassi. Forse ho sottovalutato anche nel mio lavoro alcuni elementi della comunicazione (magari usati ma del tutto involontariemente. bisogna imparare a farlo con consapevolezza).
  7. Specializzazione e network: non si può saper far tutto. una struttura capace di fare un passo indietro e farsi affiancare da specialisti è assolutamente preferibile ai molti improvvisatori.

Quanto si impara guardandosi allo specchio, quanti errori propri si scoprono osservando gli altri.

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2 commenti:

Fabrizio Cotza ha detto...

Post che condivido al 100%.
Complimenti.
Fabrizio Cotza

Millennium Bags ha detto...

grazie fabrizio, a volte è più facile capire cosa fare o non fare guardando gli altri ;-)

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