Internet ed impresa: tema affascinante, amplissimo ed in continua evoluzione.
La vera rivoluzione è la consapevolezza che non solo Internet può rimodellare l'impresa, o meglio, imporne il suo cambiamento in termini di processi, di flussi, di modalità operative, ma anche - e qui sta la vera rivoluzione - ma che Internet permette di far partecipare, di rendere attivi tutte le persone ed attori che le ruotano attorno (partner, fornitori, dipendenti, clienti).
Nel tempo, direi nel corso degli ultimi 12 anni, ad Internet sono stati assegnati - in alcuni casi affibbiati - funzioni, obiettivi e scopi differenti: un nuovo canale pubblicitario (era l'era dei banner e dei formati TV), oppure nuovo mezzo di comunicazione a disposizione dell'azienda per la promuovere la propria immagine (e-brochure) , nuovo contenitore di news ed informazione (e venne il tempo dei quotidiani e dei magazine online), nuovo strumento per conoscere il cliente, per rendere + efficiente il processo di acquisti (e-procurement), uno strumento nuovo, più veloce ed efficiente per comunicare direttamente con i nuovi canali e del trade (extranet), uno mezzo per ottimizzare la forza vendita (e-sales) o per costruire relazioni profittevoli e durature con i propri clienti (e-crm).
Cos'è cambiato veramente, allora, oltre alla normale evoluzione e presa di coscienza del mezzo da parte delle aziende e dei loro manager? La vera rivoluzione, ancora in atto, e forse in Italia ancora allo stato embrionale, è la consapevolezza che non solo Internet può rimodellare l'impresa, o meglio, imporne il suo cambiamento in termini di processi, di flussi, di modalità operative, ma anche - e qui sta la vera rivoluzione - ma che Internet permette di far partecipare, di rendere attivi tutte le persone ed attori che le ruotano attorno (partner, fornitori, dipendenti, clienti). La rete torna ad essere partecipativa, realmente collaborativa.
Alcuni esempi:
- i dipendenti che bloggano e contribuiscono a modificare l'immagine dell'azienda molto più che qualsiasi campagna miliardaria fatta in TV
- gli agenti, ma anche le squadre di riparazione tecnica che si scambiano best practice, suggerimenti e consigli operativi in Forum ora e in futuro sempre più su Wiki interne o su ambienti collaborativi (enterprise 2.0)
- aziende che raccolgono suggerimenti da parte dei partecipanti attivi ( i prosumer, produttori e non solo consumatori) per la creazione di nuovi prodotti (Fiat500 wants you) o pemettono di dire la propria (I blog aziendali come quello di Ducati) cogliendo così il duplice obiettivo di ricevere feedback e di valore e di creare al contempo evangelisti delle marca
- Portali generalisti che diventano Community Portal (Virgilio powered by you è il nuovo slogan del Portale forse ancora + amato dagli italiani)
- Aziende che sono completamente virtualizzate, decentralizzate, disperse (leggete Wikinomics, per farvi un'idea chiara) che veicoli nuovi modelli manageriali non solo piatti ma senza nemmeno un capo (leggetevi : the starfish and the spider che teorizza una nuova forma d'impresa e di organizzazione senza capo, da Al Quaeda a Wikipedia).
La domanda chiave o meglio la vera sfida e il quesito con cui vi lascio è questo? A che punto siamo? E in Italia?
Avrei voluto parlarvi di Internet, e di come possiamo utilizzare i motori di ricerca ora (e sempre + i social media in futuro) per analizzare profittabilità del mercato, per anticipare bisogni e scoprire tendenze.. sono andato fuori tema, sarà per la prossima volta :-)
Leonardo Bellini
3 commenti:
In Italia?
In Italia (conosco il sud) molte aziende (non tutte) sono completamente inconsapevoli dei potenziali benefici offerti da Internet.
Secondo il mio modestissimo parere questo è il problema più grande.
Fino a quando le aziende percepiranno Internet come un "costo" piuttosto che un "investimento" sarà difficile procedere in salita.
La soluzione? "Informare" utilizzando tutti gli strumenti a disposizione. Non una informazione fine a se stessa... una informazione che metta l'accento sui "benefici", sulle opportunità.
Le aziende (come è giusto che sia) hanno bisogno di stimare i ritorni di qualunque iniziativa.
Per i media tradizionali non ne hanno bisogno perchè sono stati indotti a credere che "funzionano"...
Vi saluto
Ciao Alex, condivido in pieno; io ho scritto un libro - fare business con il web - proprio per far capire alle aziende che non bisogna pensare ad un progetto web come un costo da sopportare ma come una fonte di ricavo misurabile e durevole nel tempo.
Internet come centro di profitto, come investimento ed opportunità..
Grazie mille per il contributo leo,
aspettiamo il tuo prossimo libro.
andrea
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