L' Impreditore è il quinto autore che ospitiamo in questo spazio che abbiamo scelto di chiamare "la stanza degli ospiti". E' autore di un famoso Blog "Pensieri in libertà di un imprenditore" in cui racconta la sua esperienza professionale senza dimenticare sensazioni ed emozioni personali.
Ho riflettuto a lungo su quale immagine inserire qui a fianco, alla fine mi sono deciso a mettere "the boss" in una foto che credo possa essere cara al nostro imprenditore sia per l'artista che rappresenta, sia per la vena malinconica e poetica.
A fine post potete trovare maggiori informazioni, ma ora vi lascio al suo interessante intervento.
Il valore della coerenza
In generale, ma ancora di più in momenti come questi, si ha la tendenza a seguire l'onda.
Cercando di seguire i trend, il mercato, le richieste.
A volte, spesso, troppo spesso senza verificarne la coerenza con la propria strategia di fondo.
A nessuno piace dire no, magari ad un cliente importante o potenziale. E sembra di aver perso una opportunità.
Cercando di seguire i trend, il mercato, le richieste.
A volte, spesso, troppo spesso senza verificarne la coerenza con la propria strategia di fondo.
A nessuno piace dire no, magari ad un cliente importante o potenziale. E sembra di aver perso una opportunità.
Vero. Vero sul breve periodo, perché se la richiesta non è coerente con la nostra strategia di fondo abbiamo evitato un potenziale problema. Non dimentichiamo che ogni si è un precedente, e dire no la prossima volta sarà ancora più difficile. I clienti sono come i bimbi, i vizi li prendono subito.
Certo per essere coerenti occorre una strategia, ma se non la si ha (fosse anche solo per fare le vacanze) non si va da nessuna parte.
Eppure il mondo è pieno di aziende che cercano di coprire più fasce possibili di mercato: qualità e prezzo, personalizzato e di massa, nicchia e grandi produzioni, grande distribuzione e negozi.
Cose che possono essere affrontabili da grandi multinazionali con la strategia di diversificazione dei brand, non certo da una PMI (se non tra enormi difficoltà).
Allora non è meglio scegliere quale è e vuole essere la propria specialità?
Non mi permette di concentrarsi meglio sugli obiettivi?
E poi sempre guidati dalla coerenza: non posso dire “metto al centro le persone” e poi avere un’azienda nota per non essere corretta con i collaboratori. Parlare di etica e responsabilità e non pagare i fornitori. Mettere al centro il cliente (che a parole tutti fanno) e poi appena venduto abbandonarlo a se stesso. Dire che offro eccellente servizio e risponde al decimo squillo una persona che non mi sa dare risposte. Che sono un’azienda moderna e tecnologica e non rispondere alle email (o chiedere di mandare un fax). Che sono veloce e far fare il giro telefonico di diverse persone per una richiesta.
Certo, a volte la coerenza sembra frustrante, dà risultati sul medio periodo, è una strada impervia e difficile.
Ma pensate all’impressione che vi fanno, a volte, i piccoli segnali di incoerenza da parte di clienti o fornitori. Non si accende una lucina? E perché non deve valere per voi?
Allora scegliere una strada e percorrerla, cercando di capire se è quella giusta. Certo spesso andranno fatte delle variazioni, piccole deviazioni e cambiamenti ma la strategia di fondo va seguita con coerenza.
Cercate di capire e sfruttare i punti di forza di abilità, attitudine e morali vostri e dei vostri collaboratori, su quelli andrà costruita la vostra strategia.
Più la mission è coerente con la mission che avete dentro di voi minore sarà lo sforzo per essere coerenti.
Certo per essere coerenti occorre una strategia, ma se non la si ha (fosse anche solo per fare le vacanze) non si va da nessuna parte.
Eppure il mondo è pieno di aziende che cercano di coprire più fasce possibili di mercato: qualità e prezzo, personalizzato e di massa, nicchia e grandi produzioni, grande distribuzione e negozi.
Cose che possono essere affrontabili da grandi multinazionali con la strategia di diversificazione dei brand, non certo da una PMI (se non tra enormi difficoltà).
Allora non è meglio scegliere quale è e vuole essere la propria specialità?
Non mi permette di concentrarsi meglio sugli obiettivi?
E poi sempre guidati dalla coerenza: non posso dire “metto al centro le persone” e poi avere un’azienda nota per non essere corretta con i collaboratori. Parlare di etica e responsabilità e non pagare i fornitori. Mettere al centro il cliente (che a parole tutti fanno) e poi appena venduto abbandonarlo a se stesso. Dire che offro eccellente servizio e risponde al decimo squillo una persona che non mi sa dare risposte. Che sono un’azienda moderna e tecnologica e non rispondere alle email (o chiedere di mandare un fax). Che sono veloce e far fare il giro telefonico di diverse persone per una richiesta.
Certo, a volte la coerenza sembra frustrante, dà risultati sul medio periodo, è una strada impervia e difficile.
Ma pensate all’impressione che vi fanno, a volte, i piccoli segnali di incoerenza da parte di clienti o fornitori. Non si accende una lucina? E perché non deve valere per voi?
Allora scegliere una strada e percorrerla, cercando di capire se è quella giusta. Certo spesso andranno fatte delle variazioni, piccole deviazioni e cambiamenti ma la strategia di fondo va seguita con coerenza.
Cercate di capire e sfruttare i punti di forza di abilità, attitudine e morali vostri e dei vostri collaboratori, su quelli andrà costruita la vostra strategia.
Più la mission è coerente con la mission che avete dentro di voi minore sarà lo sforzo per essere coerenti.
L'Imprenditore:
Piccolo imprenditore metalmeccanico, con circa 60 persone, export globale all’85% producendo beni di consumo durevoli.
Piccolo imprenditore metalmeccanico, con circa 60 persone, export globale all’85% producendo beni di consumo durevoli.
Scrive i suoi pensieri sul blog: Pensieri in libertà di un imprenditore
2 commenti:
Fine la mission aziendale come la mission personale, molto fine.
Da rifletterci.
Saluti
Checco Raggio
;-)
Belle riflessioni, non banali come sembrerebbe.
Sopratutto sulla forza di dire di no ad un cliente.
Jak
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