Art. 8 (Obbligo di comunicazione del preventivo)
1. Tutti i professionisti concordano in forma scritta con il cliente il preventivo per la prestazione richiesta. La redazione del preventivo è un obbligo deontologico e costituisce illecito disciplinare. 2. Nell’atto di determinazione del preventivo il professionista ha l’obbligo di indicare l’esistenza di una copertura assicurativa, se stipulata, per i danni provocati nell’esercizio dell’attività professionale, la sua durata e il suo massimale.
3. Il presente articolo non si applica all’esercizio delle professioni reso nell’ambito del servizio sanitario nazionale o in rapporto di convenzione con lo stesso.
4. Entro novanta giorni dall’entrata in vigore del presente … i codici deontologici si adeguano alle previsioni del presente articolo.
Link di approfondimento sulle liberalizzazioni del Governo Monti.
E' propio necessario fare una legge apposta per i professionisti? non è sufficiente abolire le tariffe, cosa già avvenuta nella precedente riforma che le ha rese liberamente derogabili? Non possiamo sperare in un Paese che decida di abbandonare questa bulimia legislativa? Non è sufficiente rimandare anche per i professionisti alle norme del codice civile che regolano tutti?
Al di là dell'italiano per cui oggi ho l'obbligo deontologico di commettere un illecito disciplinare. E scusate se è poco!
Ma se dobbiamo ridurre il peso degli Ordini mi spiegate perchè questi devono oggi trovarsi a valutare la bontà del mio preventivo? ma non dovevamo ridurne le competenze lasciando spazio al libero mercato ed alla contrattazione tra le parti? Ricordo che il codice civile a partire da quanto previsto per le clausole vessatorie già tutela le parti più deboli contrattualmente.
E' una questione di rispetto.
Se devi riformare le professioni fai una riforma organica con un unico intervento.
Se dobbiamo semplificare e liberalizzare rimandiamo al codice civile e non facciamo norme ad hoc.
Se dobbiamo liberalizzare con creiamo ulteriori competenze deontologiche fasulle.
Se dobbiamo liberalizzare dobbiamo credere nel libero mercato.
Se dobbiamo riformare una professione dobbiamo almeno prenderci il tempo di rileggere la norma prima di renderla pubblica.
Ormai al legislatore chiediamo solo che scriva in italiano. nessuno si scandalizza più che esponga le riforme prima in tv e poi in parlamento, che le norme fiscali siano retroattive, che alcune prevedano la doppia imposizione ed altre siano contrarie alla costituzione o ai trattati internazionali.
Caro Professore, riusciamo a riunire tutte le norme di riforma delle libere professioni in un unico decreto? Riusciamo a fare qualcosa di coordinato? Non le chiedo di confrontarsi prima con i nostri rappresentanti nazionali che probabilmente aggiungerebbero confusione a confusione, ma prima di rendere pubblica una legge o bozza della stessa io la farei leggere ad un vecchio maestro di scuola, magari in pensione, uno di quelli di provincia, severi con la matita rossa sempre pronta, come la maestra Cristina di don Camillo e Peppone.
E forse qualcuno dei quattro pazienti lettori di questo blog sorridendo ricorderà le parole del comunista Peppone: "... perchè io personalmente rispetto più lei morta che tutti voi vivi".
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Brevi riflessioni di un Commercialista di Milano sulla strategia delle PMI per alimentare il dialogo tra il nostro Studio e le imprese. Valutazione d'azienda, perizie di stima, passaggio generazionale oltre alla attualità fiscale e societaria sono i principali temi che tratteremo su queste pagine.
sabato 14 gennaio 2012
Liberalizzazioni: ci vorrebbe la maestra Cristina
alle
12:11
Etichette:
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1 commento:
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