mercoledì 4 febbraio 2009

Facebook: la pagina su Le Perizie di Stima

Sono stato a lungo dibattuto se inserire un pagina su facebook.
Da una parte lo trovo uno strumento interessante. dall'altra essendo prettamente legato allo svago inserire contenuti legati al mondo del lavoro forse può essere fuoriluogo.
Quindi questo è un esperimento, magari anche transitorio. Mi piacerebbe sentire pareri ed opinioni da parte dei lettori del blog. L'idea per il momento è che la pagina serva solo per aggiornare su:
  • novità legislative, giurisprudenziali e massime notarili successive alla pubblicazione del libro;
  • informazioni relative a prossime edizioni del testo.

Vuole essere uno spazio discreto, in massima parte di servizio per chi ha acquistato il libro, in parte anche promozionale. Mi piacerebbe leggere i vostri commenti.

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12 commenti:

Leonardo Bellini ha detto...

ciao Andrea, a mio avviso è un'ottima idea, per vari motivi;
- Facebook ti allarga la reach e la visibilità (sui motori e non solo)
- ti permette di associare gruppi, avviare conversazioni, lanciare sondaggi, condividere pensieri e documenti.. tutto quello che ad oggi non riesci a fare con la newsletter che rimane sostanzialmente una comunicazione e non una conversazione
- da un pto di vista mktg ti permette non solo di sperimentare (già sei riconosciuto come innovatore..) ma anche di misurare (tramite il sistema di reporting)e di promuovere i tuoi servizi (grazie a Facebook ads..)
devo scappare..

Millennium Bags ha detto...

Grazie leo,
in senso opposto invece l'opinione di Massimo (esperto di legal mktg) che sposa invece l'idea che su facebook si conoscono le persone... e da queste le loro opere, non viceversa.

cito:" Personalemnte credo che il valore di una community dipenda da quello che le persone che la compongono possono offrire in termini di dialogo e confronto, ma partiamo da persone.
...

Dedichiamoci agli uomini, con il volto e l'anima e con questi parliamo delle loro opere."

trovo molto interessante questo confronto di opinioni, diverse ma entrambe con pari dignità.
I dubbi restano..

MC ha detto...

Ciao Andrea,

FB è una community ed il termine community si associa ad esseri viventi.

Se in Fb ci fossero profili non di persone ma di entità che non hanno vita, energia, spirito, socievolezza, carisma, fascino, stile etc etc non sarebbe una community ma sarebbe un luogo di riposo leggi cimitero.
Personalemnte credo che il valore di una community dipenda da quello che le persone che la compongono possono offrire in termini di dialogo e confronto, ma partiamo da persone.
Possiamo parlare di tutto, di narrativa, di musica, di saggi, di sesso, di sci,di ristornati, ma partiamo sempre da un volto che bene o male esprime un'anima. Valorizziamo le persone nelle community per valorizzare le loro opere.
Altrimenti il rischio è espresso al contrario nella felice battuta che fa Burt Lancaster nella parte del vecchio professore in "gruppo di famiglia in un interno" ( noto anche come conversation piece) di luchino visconti in cui dice:
"se ci si dedica agli uomini non si ha tempo di dedicarsi alle loro opere".

Dedichiamoci agli uomini, con il volto e l'anima e con questi parliamo delle loro opere.

spero di esserti stato di aiuto.

a presto

M.

Anonimo ha detto...

Caro Andrea, sono rimasto della stessa opinione di quando ne parlammo per la prima volta qualche tempo fa.

Non posso che quotare il commento di Leonardo.

"Facebook è la conversazione."

La conversazione è il valore offerto da facebook ed anche il motivo del suo successo.

Gli utenti, in quanto persone si divertono, si svagano, ma anche ci lavorano, si informano, condividono.

Credo che il minimo che tu possa ricevere da facebook, utilizzandone al meglio gli strumenti, è un feedback... preziosissimo feedback anche di chi fino ad oggi non ha avuto l'opportunità di conoscerti, stimarti.

Unico appunto... valuterei la possibilità di creare gruppi correlati ai temi che tratti.
Ciao caro :)

Mirko Gastaldo Brac ha detto...

Ciao Andrea,
io sono convinto che la connotazione ludica di facebook mal si adatti a lavori professionali.
Credo che facebook sia utile per dare un risvolto "umano" al professionista e allo studio, ma credo che ogni contenuto professionale sia da gestire in un sito/blog separato.
Tieni conto anche che facebook e' spesso blacklistato dalle aziende, e questo impedirebbe l'aggiornamento degli utenti durante le ore di lavoro.

L'ideale, a mio giudizio, e' creare un "facebook" personale, su un tuo sito, dove puoi fare cio' che vuoi e scegliere COME interagire con i tuoi utenti.... anche con una connotazione ludica magari, ma senza il rischio di dover seguire l'andamento del mood nei confronti di facebook, che potrebbe anche cambiare direzione (passata la moda....).

My two cent.

Buon lavoro
Mirko

Millennium Bags ha detto...

grazie mirko.
in effetti manifesti le mie stesse perplessità...

Ho trovato facebook ben sfruttato da IMPRESA 4.0 di camisani calzolari, ma ovviamente gioca in casa, sia per la padronanza del mezzo, sia per l'argomento (un pò lavorativo, un pò ludico - nel senso buono ovviamente).

di certo queta conversazione sta diventando molto interessante.
grazie mille.
andrea

Anonimo ha detto...

ciao Andrea,

secondo me FB è uno dei luoghi dove si può far nascere la conversazione necessaria a un prodotto come un libro. Forse per questo libro in particolare l'utenza non sembra troppo in target, ma ultimamente Facebook ha un'utenza più variegata. Trovo una buona idea creare dei gruppi, come già suggerito. Metterei anche un link alla pagina Anobii. :)

Anonimo ha detto...

Io da quando uso facebook per i contenuti (http://www.facebook.com/notes.php?id=552778711) riscontro maggior partecipazione, come se i lettori si sentissero più a loro agio in un contesto che consocono.

Millennium Bags ha detto...

@ piccolo imprenditore:
bella l'idea della pagina di anobii... ma come si fa?
;-)

Millennium Bags ha detto...

@ marco
grazie mille marco.
i pareri sono discordanti... ci sto riflettendo parecchio.
facebook non mi convince del tutto. per i contenuti del blog "riflessioni di un commercialista" va bene... per altro forse è prematuro..
ci sto pensando anche per la nuova edizione del libro.. se vale la pena lanciarla su facebook o no..
forse sono altre le cose per cui potrei valorizzare facebook.
ho qualche idea ma c'è da lavorare.. appena la formalizzo meglio vi faccio sapere.
grazie mille a tutti.
andrea.

mnemophobia ha detto...

Ciao Andrea, secondo me con Facebook e le community in generale non si valorizzano le persone e neppure i contenuti, ovvero i contenuti di valore e di un certo livello vengono già percepiti come tali dal giusto target. Facebook (che è un ambiente un po' adolescenziale) va sfruttato per i numeri che, attualemente, parlano di 10 milioni di utenti...anche se non sono veri sono comunque tanti. Detto questo mettersi nella pancia di Facebook con la tua pagina ha senso per quello che ha detto Leo, fa parte dell'essere presente sul web, del fare marketing e, nel caso si riesca, per riuscire a creare delle discussioni. Fare questo non è comunque semplice, bisogna lavorarci praticamente tutti i giorni, creare un network tipo quello di cui parla Leonardo diventa un mestiere parallelo (e notturno). Sperare che ci sia dialogo e confronto su una community così vasta come Facebook è un po' un'utopia. Comunque per me è giusto esserci, nel tuo caso.

Anonimo ha detto...

Ciao Andrea, secondo me con Facebook e le community in generale non si valorizzano le persone e neppure i contenuti, ovvero i contenuti di valore e di un certo livello vengono già percepiti come tali dal giusto target. Facebook (che è un ambiente un po' adolescenziale) va sfruttato per i numeri che, attualemente, parlano di 10 milioni di utenti...anche se non sono veri sono comunque tanti. Detto questo mettersi nella pancia di Facebook con la tua pagina ha senso per quello che ha detto Leo, fa parte dell'essere presente sul web, del fare marketing e, nel caso si riesca, per riuscire a creare delle discussioni. Fare questo non è comunque semplice, bisogna lavorarci praticamente tutti i giorni, creare un network tipo quello di cui parla Leonardo diventa un mestiere parallelo (e notturno). Sperare che ci sia dialogo e confronto su una community così vasta come Facebook è un po' un'utopia. Comunque per me è giusto esserci, nel tuo caso.

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