martedì 18 ottobre 2011

Indignati? basta rileggere Einaudi

L'editore Chiare Lettere ha appena ripubblicato un piccolo gioiello di Luigi Einaudi che vi suggerisco sia come antidoto alle banalità sentite in questi giorni sia come lettura rivoluzionaria nello spirito, attualissima nei contenuti e sicuramente indignata per i comportamenti di un sistema Statale e finanziario che di liberale ha poco o nulla. 

Ricordo inoltre che domenica 30 ottobre cadrà il 50° anniversario della morte di Luigi Einaudi, il più illustre cittadino Doglianese a cui questa terra di Langa ha dato i natali, non solo per storia ed affetti, ma soprattutto per valori morali ed intellettuali.

In questi giorni mi chiedo se chi tanto contesta Banca d'Italia ha mai sentito parlare di Luigi Einaudi, del coraggio e della correttezza di Paolo Baffi e di Mario Sarcinelli.

Riporto alcuni estratti di un Governatore della Banca d'Italia che tanto a dato a questo Paese e che le piazze oggi paiono aver dimenticato.

Quando non si fa giustizia, le leggi non sono osservate, nemmeno quelle tributarie, e gli stati vanno alla perdizione. Gli italiani vogliono invece, tutti, la ricostruzione del paese che essi amano sovra ogni altro al mondo.

Libera concorrenza
La pianta della concorrenza non nasce da sé, e non cresce da sola; non è un albero secolare che la tempesta furiosa non riesce a scuotere; è un arboscello delicato, il quale deve essere difeso con affetto contro le malattie dell'egoismo e degli interessi particolare, sostenuto attentamente contro i pericoli che da ogni parte lo minacciano sotto il firmamento economico.

Imprenditori
Migliaia, milioni di individui lavorano, producono e risparmiano nonostante tutto quello che possiamo inventare per molestarli, incepparli, scoraggiarli.
E' la vocazione naturale che li spinge; non soltanto la sete di denaro.
Il gusto, l'orgoglio di vedere la propria azienda prosperare, acquistare credito, ispirare fiducia a clientele sempre più vaste, ampliare gli impianti, abbellire le sedi, costituiscono una molla di progresso altrettanto potente che il guadagno.
Se così non fosse, non si spiegherebbe come ci siano imprenditori che nella propria azienda prodigano tutte le loro energie e investono tutti loro capitali per ritrarre spesso utili di gran lunga più modesti di quelli che potrebbero sicuramente e comodamente ottenere con altri impieghi.

Accertamenti fiscali:
Semplificare il groviglio delle imposte sul reddito è la condizione essenziale affinché gli accertamenti cessino di essere un inganno, anzi una farsa.

Rapporto Stato cittadino
Affinché i contribuenti siano onesti, fa d’uopo anzitutto sia onesto lo stato… Oggi, la frode è provocata dalla legge

Il sistema fiscale
Il sistema fiscale deve essere di stimolo e non di remora a chi lavora e produce.
La molteplicità, l’intrico, le sovrapposizioni sono oramai giunte a tale stremo, che nessuno ci si raccapezza più. La gente tira a non pagare; i procuratori ai diversi generi di imposte, disperati per la fatica disumana di applicare tante imposte diverse e di compilare e copiare ruoli a non finire, giuocano a mosca cieca; le commissioni giudicatrici dei ricorsi hanno una massa enorme di arretrati da liquidare; il catasto edilizia, il quale prometteva tanta scoperta di materia imponibile ignota, è rimasto arenato quand’era quasi giunto al traguardo; e, come conclusione finale, le imposte dirette rendono troppo poco in più di quanto fruttavano nel 1939 mentre dovrebbero rendere, a causa della svalutazione monetaria, almeno dieci volte tanto.

Non si aboliscono leggi sbagliate ma se ne fanno di nuove
Il rimedio antico ed accettato al malanno è noto: poiché le vecchie imposte non rendono quanto debbono, se ne creino delle nuove. Insieme con l’avocazione dei profitti di regime, mi pare di aver contato almeno sei imposte gravanti tutte sul medesimo oggetto, che sono i guadagni ottenuti tra il 1939 ed il 1945, con diaboliche indicibili sovrapposizioni e confusioni. Il legislatore, disperando di cavare quel che si dovrebbe dalle imposte ordinarie, inventa nuovi balzelli, nuovi tormenti e nuovi tormentati. Se però le vecchie imposte rendono poco perché è male accertata la loro materia imponibile, non c’è speranza che gli accertamenti ai fini delle nuove imposte siano migliori. Si costruisce sulla sabbia mobile ed i frutti avranno sapore di tosco: disillusioni per la finanza e scoraggiamento per i contribuenti. Il contrario di quel che si dovrebbe fare per la ricostruzione economica e sociale del paese.

Lotta all'evasione solo attraverso un prelievo equo
Anche gli italiani sono disposti a plaudire al giudice – ma sia il giudice ordinario ed indipendente – il quale mandi in galera il contribuente frodatore, alla pari di ogni altro delinquente. Ma perciò occorre che il peso dell’insieme delle molte inspiegabili imposte sul reddito sia ridotto ad un limite ragionevole. A partire dall’operaio e dal bracciante ad andare sino al grande industriale o proprietario tutti devono e sono disposti a pagare; ma siano imposte, le quali vadano, ad es., dal 4 al 40 per cento su redditi bene accertati. Una sola o due imposte; una reale alla base ed una complementare progressiva possono bastare a fruttare assai di più di quanto non frutti l’imbrogliato amalgama incoerente delle imposte odierne


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2 commenti:

Mattia Poletti (Rebel Ekonomist) ha detto...

Queste cose dovrebbero farle studiare a scuola (già alle superiori)....io non le ho nemmeno sentite in università...poi ci stupiamo se come soluzione chiedono cose "non ripaghiamo il debito"..


The Rebel Ekonomist

Paolo ha detto...

Considerato che è morto da cinquant'anni, colpisce leggere considerazioni ancora attualissime, ma che evidentemente rappresentano problemi cronici nonostante le numerose riforme, pianni di ammodernamento del nostro Paese.

Confidiamo in un'azione veramente riformatrice da parte Comunitaria, perchè temo che il problema del debito Pubblico, non possa essere seriamente affrontato se non passando attraverso un'armonizzazione delle politiche fiscali degli Stati Comunitari, dal più importante al più modesto, confidando inoltre in politiche economiche che non prevedano solo lo smantellamento sistematico del welfare e delle legislazioni che tutelano i diritti dei lavoratori per non tornare ad un liberismo senza regole di fine ottocento.

Soprattutto è auspicabile che si crei un sistema fiscale idoneo a ridurre le disuguaglianze sociali e sia di stimolo al progresso, non solo economico delle popolazioni di questa meravigliosa Europa.

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