Oggi, proprio mentre stavo analizzando con un cliente la sua situazione bancaria e valutando l'ipotesi di una ristrutturazione del debito ricevo una email di spam ma per una volta con un contenuto interessante:
Gli sconfinamenti strutturali (cioè non occasionali) che alla data del
Attualmente le banche italiane considerano “esposizione scaduta” lo sconfinamento al superamento dei 180 giorni dalla scadenza del credito concesso o della rata non pagata.
Ciò in deroga alla definizione di inadempienza (cd. default) prevista dall’Accordo di Basilea 2, entrato in vigore dal 2007, che stabilisce che debba essere considerato in default il cliente che presenti verso la banca debiti scaduti da oltre 90 giorni.
L’Italia, infatti, (tra i Paesi facenti parte del G10, le cui banche centrali sono firmatarie dell’Accordo) all’epoca dell’entrata in vigore di Basilea
L’abbassamento del rating dovuto a ragioni esterne al rapporto banca / cliente e non collegato alla situazione oggettiva del cliente, difficilmente potrà essere contrastato.
L'informazione lo confesso mi era sfuggita e mi chiedo quanti ne siano a conoscenza.
Ho chiesto informazioni in rete e ne ho avuto la triste conferma.
Ad una prima reazione poco urbana sono seguite alcune riflessioni:
- Irap anche per le imprese in perdita (non condivido le lamentele di molti data l'origine dell'imposta ma è un dato di fatto);
- Interessi passivi a deducibilità limitata (detta alla grossa: più perdo meno deduco);
- riporto delle perdite fiscali limitato all'80%;
- Titolo di privilegio alle sanzioni fiscali che limiterà il recupero dei crediti in caso di clienti in fallimento o altra procedura concorsuale;
- aumento degli interessi passivi e stretta del credito aggravata dalla notizia appena letta e chi rivelerà temo dirompente;
- futura patrimoniale o comunque aggressione ai risparmi personali degli imprenditori e delle famiglie (che renderà più difficile decidere di ricapitalizzare le imprese).
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