lunedì 28 novembre 2011

Più felici e più veloci.

È strano come ad alcuni eventi, magari apparentemente di poco conto, si associno a volte riflessioni importanti. Importanti quanto meno per chi le fa, sia bene inteso.

Ricevo sempre con piacere la newsletter di Brain Team Consulting (che però per me ha il viso di Mario Gastaldi), sia per i contenuti, sia perché mi ricorda di fare il punto della situazione della mia strategia di Studio.

“Cosa possiamo imparare nei prossimi giorni?” è il titolo della email che già mette allegria, sembra quasi ti prenda per mano e ti apra mille possibilità.

Il titolo rilancia il tema dell’apprendimento e quello delle conversazioni (quelle difficili sono il cavallo di battaglia di Mario, curiosate un po’ sul suo blog se avete voglia, è ricco di spunti e generoso nel fornire materiali). 

Ricordando le chiacchierate informali fatte durante un paio di aperitivi in un noto bar milanese (conversazioni che per il sottoscritto sono sempre le più preziose), associo sempre la sua figura alla sincerità, ad un lento e metodico lavoro per preservarla o ritrovarla.

Imparare ad esser sinceri con se stessi, ricordare che le prime conversazioni le facciamo con noi stessi e solo dopo possiamo pensare di essere instaurare un dialogo utile con gli altri.

In questi anni ho capito che spesso si lotta contro corrente quando invece bisogna cavalcare l’onda del cambiamento anche se all’inizio spaventa un po’. 

Farlo ci rende più felici e più veloci. E questi sono due aggettivi straordinari per chi fa impresa o per un professionista.

Molto spesso incontro imprenditori che si auto valutano (ed in questo periodo di crisi spesso assolvono) per l’impegno profuso in azienda. Ma gli sforzi devono essere convogliati verso un obiettivo per produrre risultati. Può capitare (a me è capitato) di impegnarci per difendere uno status quo e avere la sensazione tutto ciò non sia sufficiente. I nostri sforzi e quelli dei nostri collaboratori in questo caso paiono non bastare mai.

Poi magari vinti dalla corrente proviamo a lasciarci trasportare, un po’ smarriti all’inizio, più sicuri con il tempo, prendiamo confidenza e scopriamo che esistono altre direzioni da seguire.

Improvvisamente tutto sembra più facile e ci ricarichiamo per l’entusiasmo nostro e dei nostri collaboratori.

Attenzione che quando parlo di nuotare a favore di corrente non intendo seguire la massa, semmai l'opposto, ma seguire i nostri punti di forza, riscoprire i nostri vantaggi competitivi.

Ascoltare, confrontarci sia all’interno della nostra organizzazione sia all’esterno ci aiuta a riordinare le idee ed è un esercizio prezioso.

In questi giorni si sentono voci sempre più preoccupanti di recessione, stretta bancaria ed uscita dall’euro. A breve non si vedono soluzioni immediate e si lavora tutti per scenari.

L’unica certezza è che indietro non si torna, che difficilmente potremo operare come facevamo in passato. In tutti i settori, anche nel mio fino a ieri cosi tradizionale.

Credo che oggi sia importante provare ad immaginarci diversi, la nostra impresa, il nostro studio professionale. È un esercizio affascinante e ricco di spunti e se pare difficile possiamo sempre chiedere aiuto ad amici, colleghi, o se vogliamo farlo in maniera più strutturata consulenti.

Ma per dirla con Mario: quante cose possiamo imparare domani? E già compare un piccolo ma preziosissimo sorriso.

PS Non incontro Mario credo da due anni ma ci seguiamo on line ed ogni tanto lo uso come sparring partner virtuale mandandogli una email. Questo post nasce inizialmente come corrispondenza ma mi piace renderla pubblica perché le mie riflessioni vanno ovviamente al di la dalla newsletter da cui han preso spunto e si fondono con incontri e casi aziendali su cui sto lavorando in questo periodo.

In sostanza non ho altro interesse se non quello di farmi pagar da bere al prossimo incontro ;-)

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5 commenti:

Mario Gastaldi ha detto...

Carissimo Andrea,
molte grazie per la tua attenzione e sono veramente felice che apprezzi e sviluppi le riflessioni che ho proposto nella newsletter.

... in effetti è come tu dici: il mondo cambia, veloce, in direzioni non sempre chiare.
Dice Zygmunt Bauman che ormai non facciamo più in tempo ad imparare e consolidare modi di lavorare perché quando ci riusciamo diventano superati.

Si può discutere della misura o dei contesti in cui questa osservazione è vera; sicuramente dobbiamo sempre di più imparare ad imparare, continuamente.

E se impariamo riusciamo a cambiare; se non cambiamo non abbiamo imparato. Questo di solito è un buon test.

A proposito dei nostri aperitivi ti ho già fatto una proposta ;)
se vuoi facciamo al solito noto bar Milanese.
Fammi sapere, sono contento che ci ri-vediamo quanto prima!
Un abbraccio.
Mario

Mauro R. ha detto...

Quant'è vero tutto ciò che hai scritto. Complimenti.
Purtroppo la realtà ti impone spesso dei ritmi serrati, pazzeschi. Per una microimpresa, ad esempio, c'è questo problema: trovi difficoltà a trovare il tempo per uscire dal tuo mondo ed imparare dall'esterno. Molti reputano che sia più utile impiegare impegno, denaro, sacrifici e tempo nella propria "bottega" piuttosto che andare in giro a vedere "che succede fuori". E questo è l'inizio della fine per qualsiasi impresa, figuriamoci per un'azienda piccola o micro che cerca di crescere.
A volte si perde la visione di insieme e si perdono gli obbiettivi cruciali da raggiungere perchè sei inglobato dall'ordinario. E' fondamentale invece non farsi mangiare dalla routine e cercare di guardare oltre...e se ci pensiamo bene è l'istinto dell'imprenditore vero.

Millennium Bags ha detto...

Grazie Mauro, spero che come microimprenditore vorrai arricchire questo blog coi tuoi commenti.
Soprattutto sulle piccole sfide che si affrontano ogni giorno e possono aiutare i nostri lettori ;-)

Mauro R. ha detto...

I miei 5 cent sui tuoi interessanti post li avrai spesso! :)

Millennium Bags ha detto...

Mi fa molto piacere ;-)

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