mercoledì 22 ottobre 2008

LA PIETRA CINESE: fare business in cina

Mao, “se si vuole attraversare il fiume, bisogna toccare le pietre”.
Cominciamo a sfiorarle anche noi, prima che il fiume sia troppo dirompente da attraversare.

Pier Luigi è il secondo autore dopo Leonardo Bellini che ospitiamo in questo spazio che abbiamo scelto di chiamare "la stanza degli ospiti" .

Pier Luigi Giraudi, alumni Bocconi con un passato in consulenza in Italia, vive in Cina dal 2005, dove, dopo un MBA presso la CEIBS - China Europe International Business School, ha attivato alcune iniziative imprenditoriali, fra cui JP Asia Group, una societa' di consulenza per aziende Occidentali interessate ad espandersi o a capire il mercato Cinese e le sue opportunita'. Ha deciso di aiutarci nel cercare di meglio comprendere la cina e per qualsiasi approfondimento o per ulteriori informazioni sulla Cina, potete contattarlo a questa email pier@jpasiagroup.com .


Parliamo di Cina
Parlare di Cina vuol dire rendersi ambasciatori di un paese, di un continente, di una storia, di un’umanità in continua evoluzione, difficile da categorizzare, riassumere ed imbrigliare in schemi occidentali.
Ciò nonostante, il ruolo sempre più preponderante che il gigante asiatico sta assumendo sullo scacchiere geopolitico internazionale, la crescita di players Cinesi nei più svariati segmenti di industria, il progressivo trasferimento di ricchezza che sta modificando lo scenario finanziario globale, tutti questi fattori rendono importante occuparsi di Cina, per cercare di capire insieme come proteggersi dalla fantomatica minaccia asiatica e trasformarla in una ben più produttiva opportunità di sviluppo, per aziende ed individui.

Se la Cina non ti interessa, forse la Cina si sta interessando di te
A chi sostiene di non essere interessato alla Cina, un ammonimento va fatto: le forze di mercato hanno fatto sì che sia la Cina ad essere interessata a tutti noi. Aziende che operano nei più disparati settori dell’economia, si troveranno presto ad avere a che fare con concorrenti asiatici, con investitori Cinesi, con concorrenti con investimenti produttivi e commerciali in Cina. Nessun settore e nessuna azienda può permettersi il lusso di sottovalutare il risveglio del gigante asiatico.

Perché Cina?
Nel 1985 l’average income in Cina si attestava su 293 Dollari annui pro capita. In poco più di venti anni, nel 2006, lo stesso indice e’ quasi decuplicato, arrivando a 2025 Dollari. Parlare di medie in un paese con così forti differenze interne lascia spazio ad alcune zone grigie da chiarire. La popolazione Cinese nel 1978 si aggirava intorno al miliardo di persone, di cui 800 Milioni popolazione rurale. I dati per il 2006 parlano di 1.3 miliardi di abitanti, di cui quasi 580 milioni popolazione “urbana”. Un simile processo di rapida urbanizzazione ha portato ad una crescita del sistema paese unica nella storia. La capacità della Cina di diventare la “fabbrica del mondo” per qualsiasi tipo di produzione a basso valore aggiunto, ed il boom interno dei consumi retail, hanno creato un’economia solida con una crescita intorno al 10-12% all’anno. Più importante ancora, l’economia cinese di oggi può fare affidamento su tre fattori:
un network logistico unico al mondo nei paesi in via di sviluppo: Special Economic Zones, Trade Zones, Industrial Parks, rete di ferrovie, porti, aeroporti, autostrade, trasporti urbani, sono solo alcuni esempi di capacità logistica assente in India, Sud America od Europa dell’Est.
Una riserva di più di 700 milioni di abitanti in zone rurali, ancora da “urbanizzare”, con il doppio vantaggio di cheap labor e di forza trainante per i consumi retail.
Un governo forte e accentrato in grado di prendere ed eseguire decisioni con l’obiettivo di perseguire il bene comune e lo sviluppo del sistema paese. Anche se la scelta delle parole può essere fortemente impopolare secondo canoni e parametri occidentali, va detto che da un punto di vista puramente macro economico, un sistema democratico di matrice “occidentale” non avrebbe mai potuto raggiungere gli stessi obiettivi toccati da Pechino nel corso degli ultimi 20 anni.

Sull’onda dell’ultimo punto, le ultime olimpiadi svoltesi a Pechino sono state un ulteriore, lampante esempio delle potenzialità e della capacità di questo paese di porsi in un contesto internazionale. L’organizzazione, la precisione, il successo agonistico (in discipline fino a dieci anni fa sconosciute in Cina), la spettacolarità delle cerimonie, hanno dimostrato al mondo intero che il paese non solo e’ pronto per porsi al confronto con l’Occidente, ma anche la sua capacità di saltare dieci, venti anni di evoluzione economica e sociale in tempi accelerati. L’insorgere dell’opinione pubblica internazionale di fronte ad alcuni eventi, come lo spinoso discorso del Tibet, e’ vissuta in Cina come un’indebita ingerenza straniera in temi di politica interna, e non ha altro risultato se non quello di incrementare la coscienza nazionale Cinese, accelerando ulteriormente il disegno macroeconomico perseguito da Pechino.

Quali sono i rischi per il sistema paese Cina ?
Da un punto di vista di stabilità del sistema paese, la Cina e’ riuscita a raggiungere i risultati odierni grazie ad un forte controllo accentrato, ma soprattutto con la complicità di un crescente benessere diffuso che ha inondato la popolazione in tutte le sue fasce. Il gigante asiatico potrà continuare sulla strada attuale se riuscirà a mantenere la stabilità interna, al momento minacciata da alcuni fattori:
La crescente coscienza democratica, fomentata dalla comunità internazionale: Non dimentichiamoci che la Cina si pone ancora come uno stato comunista, apertosi ad una forma di capitalismo controllato. Questo strano modello ibrido che ne e’ nato non e’ altro che una sorta di oligarchia le cui fila sono tirate dal centro politico di Pechino, e dove il Politburo si spartisce il potere fra membri del Partito Comunista ed Esercito.
La forte spinta inflazionistica: come nel classico modello del serpente che si mangia la coda, l’incredibile sviluppo economico interno ha portato ad enormi ripercussioni sui prezzi delle materie prime e delle commodities a livello globale: dalla farina al petrolio, dall’acciaio al platino, i prezzi sono cresciuti tirati dallo sviluppo dei paesi emergenti. Inflazione diffusa potrebbe portare al malcontento delle masse, oggi felici di sottostare ad una forma di governo sì autoritario, ma che garantisce ricchezza diffusa. Nel febbraio 2008 il consumer price index ha raggiunto un picco di 8.7% (il massimo da 12 anni). Buona parte di questa crescita e’ stata causata dall’aumento dei beni alimentari presenti nel paniere: +23%, con punte di +46% per le verdure e +63% per la carne di maiale, il cibo povero più diffuso in Cina. In confronto, gli elementi non food related presenti nel paniere sono cresciuti solamente del 1.6%.
La spinta indipendentista di alcune province: sia il Tibet sia lo Xinjiang, province autonome dello Stato Cinese, rappresentano un baluardo strategico dal punto di vista territoriale nello scacchiere politico dell’Eurasia. Le stesse province che da anni cercano di ottenere sempre più autonomia o addirittura l’indipendenza, potrebbero rappresentare un pericoloso precedente per il governo Cinese, che non può permettersi di perdere il controllo di alcune “pedine” senza mettere a repentaglio la stabilità complessiva del sistema paese.

Alcuni analisti e studiosi hanno identificato nella forte spinta inflazionistica dell’ultimo anno e nella conseguente scarsità di cibo nelle province più povere, il vero motivo dietro le manifestazioni pre-olimpiche di Lhasa. La combinazione della situazione già infiammata in Tibet e la leva utilizzata dai sostenitori pro Tibet con la comunità internazionale non hanno fatto altro che moltiplicare la tensione ed acuire il problema originario.

In estrema sintesi, la Cina rappresenta un modello politico, sociale ed economico unico al mondo. Poche persone possono affermare di conoscerla in tutte le sue sfaccettature. Partire da chi in Cina vive e lavora, può fornire un utile esempio e spunto di riflessione a chi, per diversi motivi, sia interessato a questo magnifico paese.

Speriamo che questo modo di ampliare il blog ad interventi esterni ma qualificati venga apprezzato. il nostro obiettivo resta quello di aiutare l'imprenditore a guardarsi intorno, di esplorare settori, paesi, modi di operare anche diversi ma da cui apprendere per ridisegnare la propria impresa.

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4 commenti:

ImpresaVda ha detto...

Questa iniziativa de «La stanza degli ospiti» è davvero un'ottima idea. Il post sulla Cina è molto stimolante.

Anonimo ha detto...

grazie mille.
sto cercando di tenere alto il livello degli interventi. mi piace pensare di aiutare a stimolare la curiosità.

mi sempre molto piacere ritrovarti nei commenti.
ciao
andrea

Anonimo ha detto...

Continua con "la stanza degli ospiti".

Il livello alto non fa MAI male.

Saluti

Anonimo ha detto...

grazie mille.
spero di continuare a postare interventi interessanti.
a presto
andrea

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