Nedcommunity è la prima associazione creata in Italia con l’obiettivo di valorizzare, sostenere e sviluppare la figura e il ruolo dei componenti non esecutivi di organi societari di amministrazione e controllo. Al di là dell'idea che ciascuno può farsi sul ruolo degli amministratori indipendenti, in questo caso mi sembra che offrano un interessante spunto di riflessione.
Il 5 febbraio il Sole 24 Ore ha pubblicato una lettera dei consiglieri indipendenti di ENI Alberto Clò, Marco Reboa e Francesco Taranto, tutti associati NedCommunity. Questi, sulla base della recente approvazione del Ddl 1333 (“Ratifica ed esecuzione del Trattato di amicizia, partenariato e cooperazione tra la Repubblica italiana e la Grande Giamahiria araba libica popolare socialista, fatto a Bengasi il 30 agosto 2008”), esprimono le loro perplessità sulla costituzionalità del provvedimento che, di fatto, pare volto a penalizzare (attraverso un’addizionale IRES ventennale) non una pluralità di imprese, ma esclusivamente Eni. Ciò crea all’impresa, in termini fiscali, uno svantaggio competitivo non trascurabile. A ciò si aggiungono alcuni recenti interventi di esponenti politici volti a condizionare le scelte gestionali dell’impresa stessa. Alla luce di questa circostanza, Clò, Reboa e Taranto, in qualità di amministratori indipendenti eletti in rappresentanza delle minoranze, manifestano i loro timori sulla possibili manifestazioni “di neo interventismo politico” che possono coinvolgere le imprese, come ENI, in cui lo stato rappresenta ancora l’azionista di riferimento. In allegato si riporta integralmente il contenuto della lettera pubblicata dal Sole 24 Ore: my_documents/my_files/Z2ZD3_02_05Sole24Ore.pdf
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